Vercelli, Città della Musica, ha questo di bello: che offre sempre concerti di qualità e che, spesso, ti mette sul piatto eventi semplicemente sensazionali. E’ il caso di quanto il teatro Civico si appresta ad ospitare venerdì sera alle 21 per il XXI Viotti Festival. Perché arriva a Vercelli, città che da settant’anni celebra Viotti (grazie alla felice intuizione del professor Robbone), un grandissimo violinista, forse il maggior virtuoso esistente: il greco Leönidas Kavakos.
Per dire il suo valore -carriera strabiliante a parte, in tutte le sale da concerto e i teatri del mondo – basti ricordare che egli ha vinto i due più prestigiosi concorsi di violino del mondo, il “Sibelius” di Helsinki, quando era appena diciottenne (ex aequo con il russo Ilya Kaler), e il “Paganini”, tre anni dopo, ventunenne, nel 1988. Il tutto intervallato dalla medaglia d’argento al Concorso “Indianapolis”.
Da quelle due vittorie di enorme prestigio una cavalcata trionfale successo in successo. Oggi Kavakos, cinquantunenne, è una sorta di mito fra tutti coloro che suonano o che apprezzano il violino. Suona abitualmente lo Stradivari “Abergavenny” del 1724 e il pubblico vercellese avrà l’immenso piacere di ascoltarlo in duo con il pianista Enrico Pace, cinquantaduenne di Rimini, uno dei più importanti strumentisti italiani.
Il concerto che si annuncia come l’evento di questo pure complessivamente straordinario VIotti Festival si aprirà con la Sonata n° 3 in re minore opera 108 di Brahms, seguita da una Petite Suite n° 2 del greco Nikolaos Skalkottas, uno dei maggiori compositori del XX secolo, morto prematuramente a soli 45 anni.
Quindi, ascolteremo la Rapsodia numero 1 di Béla Bartòk e, in conclusione, la Sonata n° 3 in la minore “Nel carattere popolare romeno” di George Enescu. Il Civico annuncia il sold out. Ovviamente.
