Elena Moglianesi e la sua famiglia, che abitano in regione Castel Merlino di Vercelli, sull’argine della Sesia, tra Vercelli e Borgo Vercelli, sono vivi per miracolo, per una telefonata. Hanno perso la casa, mucche, pecore, cani, pappagalli, ma sono vivi.
”Questa notte – racconta la contitolare della pasticceria Tarnuzzer & Taverna di piazza Cavour – stavamo dormendo tranquillamente perché, a differenza di tante altre volte, la Protezione civile non era passata a darci il preallarme della situazione del fiume Sesia. Verso le 4 mio marito, che lavora per un agricoltore di Villata che, a sua volta, ha in appalto la manutenzione delle strade della Provincia, è stato svegliato da una telefonata del suo datore di lavoro che gli diceva di andare in fretta a sistemare la segnaletica stradale per bloccare il transito tra Novara e Vercelli a causa della Sesia che stava esondando”.
”Quella telefonata – dice Elena Moglianesi, ancora sconvolta – ci ha salvato la vita. Siamo fuggiti in fretta e furia, con due macchine, e appena in tempo prima che l’acqua ci travolgesse la casa. Purtroppo i nostri animali non hanno avuto scampo, ma noi siamo salvi. Gli abitanti dell’altra casa attigua alla nostra, e che avevamo subito avvisato del pericolo, non hanno fatto in tempo a fuggire,sono stati messi in salvo con gli elicotteri dei Vigili del fuoco e sono stati portati alla cascina Bargè di Vercelli; noi abbiamo trovato ospitalità da mio cognato a San Nazzaro Sesia”. Mio marito è poi andato a prendere i vicini che adesso sono qui con noi a San Nazzaro”.
Purtroppo sono morti moltissimi animali:22 mucche, diverse pecore, molti cani dell’allevamento che il marito di Elena, Fabrizio Cancellieri, aveva realizzato proprio lì. Morti anche i pappagalli allevati dal figlio della coppia. Ma per fortuna si sono salvati i due coniugi ed i figli Ivan e Sara e, come abbiamo detto, i loro vicini di casa.
In questo momento, Fabrizio Cancellieri con il fratello sta cercando di recuperare, con l’aiuto dei vigili del fuoco e della polizia, alcuni animali che si trovano, ancora vivi, lungo la ferrovia.
