Industria dell’auto quasi in ginocchio, Confindustria, Uniine Industriale e Amma: “Servono interventi urgentissimi”

Grande preoccupazione sulla situazione dell’industria e del mercato automobilistico in Italia e in Piemonte, colpita al cuore della propria capacità ed eccellenza produttiva. Si rende necessario al più presto un piano concertato, con tempi e misure certe per minimizzare le perdite e sostenere la ripartenza.

 

“Come si temeva – dichiara Fabio Ravanelli, Presidente di Confindustria Piemonte – i primi dati sugli effetti dello stop imposto dall’emergenza coronavirus sono drammatici e colpiscono la nostra regione al cuore della sua capacità ed eccellenza produttiva, la filiera legata all’automotive. Per assicurare un futuro alle migliaia di lavoratori e centinaia di imprese che operano in questo settore ribadiamo pertanto la necessità di definire al più presto un orizzonte di rilancio, un piano concertato con tempi e misure certe ed efficaci, per minimizzare le perdite e sostenere le nostre aziende nella ripartenza dopo la crisi sempre, naturalmente, nel rispetto delle più stringenti misure di sicurezza”.

 

Il Presidente dell’Unione Industriale di Torino, Dario Gallina, ha inoltre sottolineato quanto non si possa permettere un ulteriore blocco dell’attività produttiva, che vada oltre quello già previsto. “In Italia – osserva Gallina – la caduta delle attività produttive stimata per il mese di marzo è di -16,6% rispetto al mese precedente, e addirittura del -32% rispetto al 2019. Questi dati, ove confermati dall’Istat, rappresenteranno il più drastico calo mensile da quando sono disponibili le serie storiche di produzione industriale, portando i livelli su quelli di marzo 1978. Le riaperture dovranno avvenire all’insegna di ogni possibile garanzia di sicurezza per i nostri collaboratori, in quanto noi per primi siamo interessati alla tutela della loro salute. Già nei giorni scorsi, con una lettera ai nostri associati, ho ribadito che la tenuta del nostro sistema economico dipende anche dalla nostra etica e dai nostri comportamenti che devono essere funzionali al mantenimento degli impegni che ogni impresa ha assunto nei confronti dei propri dipendenti, dei propri fornitori, e di tutto il suo territorio”.

 

Il Presidente di AMMA, Giorgio Marsiaj, mette invece in evidenza dati statistici impressionanti, la cui gravità è talmente evidente, da far riflettere profondamente su questo aspetto. “Il calo registrato a marzo dell’85,4% rispetto allo stesso mese del 2019 del mercato italiano automobilistico rappresenta uno tsunami senza precedenti, una Pearl Harbour che colpisce duramente la filiera produttiva torinese e piemontese. In Piemonte, infatti, nell’automotive operano circa 750 imprese, pari al 35% dell’intero comparto in Italia, con circa 70 mila occupati diretti e indiretti. La metalmeccanica rappresenta circa il 60% dell’export piemontese. Il fatturato prima del Covid-19 era il 40% di quello totale italiano del settore. E le prospettive per l’immediato futuro, sono di un ulteriore, forte peggioramento. I numeri dimostrano che l’auto è il cuore della nostra manifattura, principale contributore dell’export nazionale; se va in crisi la filiera dell’auto, va in crisi l’intera industria italiana e quindi la nostra economia. Noi stiamo lavorando intensamente insieme alle istituzioni, alle banche e ai grandi gruppi multinazionali per far sì che il sistema metalmeccanico e meccatronico torinese superi questa crisi senza precedenti e possa ricominciare a operare in totale sicurezza, sfruttando tutte le sue grandi potenzialità. Sarà però prioritario che le Istituzioni nazionali ed europee facciano arrivare rapidamente gli aiuti alle imprese. Oggi dobbiamo pensare prima di tutto alla sopravvivenza delle nostre aziende e al mantenimento dell’occupazione, che già prima della pandemia raggiungeva livelli preoccupanti, in particolare tra i giovani. Dobbiamo ripartire da qui, tutti insieme, per poter progettare il futuro del nostro territorio”.

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