Il Nodo provinciale contro le discriminazioni della Provincia di Vercelli attiva corsi, seminari e attività pratiche per i detenuti

Lella Bassiganan con il Presidente della Provincia, Davide Gilardino

Il Nodo provinciale antidiscriminazioni di Vercelli, attivo dal 1° ottobre 2017 con la sottoscrizione di Protocollo di Intesa in materia di iniziative contro le discriminazioni con la Regione Piemonte, ha costituito una Rete territoriale con soggetti pubblici e privati interessati al tema della prevenzione e del contrasto delle discriminazioni. Lo si legge in una nota diffusa oggi.

“Tra i soggetti che aderiscono alla Rete provinciale c’è il Direttore della Casa circondariale di Vercelli dott. Giovanni Rempiccia che ho incontrato questa mattina – speiga Lella Bassignana Referente del Nodo provinciale contro le discriminazioni della Provincia di Vercelli – per proporre una serie di interventi sia seminariali della durata di qualche ora sia di attività pratica.
La casa circondariale di Vercelli ha anche la sezione femminile per la quale si deve fare un discorso a parte. Le donne sono poco più del 4% della popolazione carceraria italiana, una quota da sempre molto bassa. In Piemonte sono 153 le detenute : 120 a Torino e 33 a Vercelli (le due Case circondariali che in Piemonte hanno attive le sezioni femminili). Al 30 giugno 2022 il numero di detenute presenti nell’istituto penitenziario di Torino “Lorusso-Cutugno” era di 117, mentre a Vercelli 43 per un totale di 160; al 31 dicembre 2022 erano 115 e a Vercelli 32 per un totale di 147 su 4mila detenuti complessivi, pari al 3,6%. In un sistema declinato al maschile, manca una considerazione specifica dei bisogni femminili e delle potenzialità che la detenzione femminile può avere nel plasmare una nuova idea di carcere. Si tratta di una popolazione ampiamente minoritaria inserita in un sistema pensato al maschile, con la conseguenza che appare difficile che essa possa fruire delle medesime attività che sono previste in carcere per il recupero dei detenuti maschi.”

Il carcere si compone di cinque piani, inaugurato nel 1989, con evidenti problemi legati all’obsolescenza della struttura che incide sulla vita che si svolge tra le sue mura e al sovraffollamento. I numeri dei detenuti e delle detenute è in continuo aumento, mentre agenti e educatori denunciano gravi carenze di organico, spiega in Nodo nella nota diffusa stamani.
“L’organizzazione di tutti i padiglioni detentivi, è complessa e presenta una gestione della popolazione detenuta complicata rendendo fragile il concetto di sicurezza e rieducazione che non riescono ad essere adattati alle specificità dell’utenza. E’ necessario pensare a momenti di attività ricreative per ridurre la tensione”.
“Oltre alle varie proposte di Seminari abbiamo proposto “ Lo sport inclusivo “ in collaborazione con il Coni e con l’Associazione veterani dello sport che prevede attività formative ma anche pratiche: per la sezione maschile un torneo di calcio e per la sezione femminile attività di aerobica e sempre per la sezione femminile “Arte e bellezza” : corso make up-acconciatura grazie alla collaborazione con Casa di Carità”

“Da anni il Nodo provinciale collabora con la Casa circondariale di Vercelli – dice il Presidente della Provincia Davide Gilardino -. Miriamo ad azioni di sensibilizzazione contro le discriminazioni nei diversi ambiti, con particolare attenzione alla sezione femminile per cui abbiamo pensato ad attività che abbiano l’obiettivo di favorire un processo rieducativo e di reinserimento nella società dopo il carcere”.

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