Al foyer del Civico rivive la Berlino degli anni ’20

Sarà il foyer del Civico, e non il palco principale, a ospitare “Kabarett. Berlino 1920-1930”, lo spettacolo di Roberto Sbaratto che andrà in scena in quattro repliche (per via della ridotta capienza della sala che può ospitare non più di ottanta persone alla volta): giovedì 24 e venerdì 25 alle 10.30 per le scuole e alle 21, sabato 26 alle 21 e domenica 27 alle 17.

“Kabarett. Berlino 1920-1930” è un collage di canzoni, aneddoti e testi letterari che, insieme, accendono un faro di luce sulla storia e narrano di una città, Berlino, che ricomincia a vivere dopo la sconfitta della Prima Guerra mondiale.

Tutto parte da un racconto svagato, tratto da dischi, libri e spartiti dei cabaret berlinesi degli anni ’20 che parlano di un’esplosione di talento e di giovanilità, ma anche di un universo culturale e politico intriso di contraddizioni.

Berlino, infatti, è la stessa città che, in poche migliaia di giorni, inizierà una nuova parabola di ascesa e rovina: attraverso la lente trasversale di una sala del cabaret si assisterà all’escalation di intolleranza iniziata con le ultime consultazioni multipartitiche svolte in Germania il 5 marzo 1933, proseguita con l’approvazione del “Decreto dei pieni poteri” ad Hitler, fino al “rogo dei libri” a Berlino, il 10 maggio 1933, e alle persecuzioni sempre più spietate contro ebrei, dissidenti, omosessuali e oppositori politici.

Ci si può chiedere perché farne un concerto-spettacolo a quasi un secolo di distanza: in parte perché c’è il desiderio di far riascoltare belle canzoni, scelte nell’immenso repertorio del cabaret berlinese e, in qualche caso, dal repertorio teatrale degli anni ’20, come per Brecht e Weill; in parte perché si tratta per lo più di canzoni eseguite in Italia solo in questo spettacolo, per il quale, sul finire del ‘900, furono trascritte e tradotte appositamente dal drammaturgo, scrittore e librettista trentino Giuseppe di Leva.

I testi recitati, aneddotici e letterari, sono di autori che furono testimoni diretti e protagonisti di quegli stessi anni: quegli stessi giovani artisti che, in parte, caddero nella rete della Gestapo e dell’SA, vennero catturati e rinchiusi nei campi di concentramento e in parte si dispersero, trovando rifugio e successo per lo più in America.

«Quando ci si immerge a fondo nella storia, la storia si ricrea, quasi si materializza, e la memoria si alimenta di sensazioni ed emozioni che la rendono più viva, più attuale: da questa riflessione deriva anche la scelta di regia di rappresentare la pièce non nello spazio teatrale canonico, la sala principale del Civico, ma nel foyer del Teatro, ricreando con tavolini, sedie e un’illuminazione appositamente studiata, l’ambiente stesso dei cabaret berlinesi d’inizio ‘900», hanno spiegato Cinzia Ordine e Roberto Sbaratto.

La regia tecnica è di Cinzia Ordine, il cast è composto da Cristina Alia, Elena Sardi, Roberto Sbaratto, Asia Bosio, Alessandra Volpe, Paolo Ferini Strambi. Le musiche di Natalija Gashi al pianoforte e Bruno Raiteri al violino. Audio, video e luci di Dosio Music.

Come detto, ogni rappresentazione è aperta a non più di ottanta persone, che potranno prenotare il posto numerato al tavolino ed acquistare i biglietti di ingresso presso il botteghino del Teatro Civico a partire da venerdì 18 gennaio (mercoledì e venerdì dalle 17.30 alle 19.30, sabato dalle 10 alle 12).

Il costo unico del biglietto è di 15 € (+ 1 € di prevendita); ogni eventuale consumazione presso il buffet del Teatro è a parte. Per questioni organizzative, si raccomanda di pagare l’acquisto dei biglietti in contanti.

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