Presi due truffatori che raggirano gli anziani con la scusa di essere stati urtati dallo specchietto dell’auto

Un passaggio con la vettura vicino ad un’altra, un rumore improvviso e gli occupanti della seconda vettura, spesso ferma, che si lamentano di essere stati urtati dallo specchietto della prima.

Si tratta della classica truffa dello specchietto retrovisore messa in atto da malviventi che adocchiano le loro prede cercando gli automobilisti più sprovveduti, spesso anziani, a quali poi chiedono subito i contanti per le riparazioni.

È accaduto anche a Vercelli dove la polizia ha denunciato un uomo ed una donna, giovani e senza fissa dimora, per questa truffa aggravata consumata ai danni di un anziano: il tutto era avvenuto ieri mattina intorno alle 11.

Era stato un equipaggio della Squadra Mobile, impegnato in un servizio di prevenzione finalizzato al contrasto dei reati contro il patrimonio ed in particolar modo delle truffe ad anziani, a notare due soggetti, un signore anziano ed un giovane che erano intenti a discutere in strada.

Insospettiti, i poliziotti hanno raggiunto i due uomini chiedendo loro cosa stesse avvenendo e, immediatamente, l’anziano affermava di aver urtato con la propria vettura quella del giovane (aveva sentito il classico rumore dello specchietto) e per questo motivo stava salendo in casa sua a prendere il denaro necessario alle richieste di riparazione del danno.

Gli agenti hanno subito capito che si era appena consumata la cosiddetta “truffa dello specchietto”, motivo per il quale fermavano il giovane il quale dichiarava di essere arrivato a Vercelli con la convivente e il loro figlioletto di 4 anni.

Accompagnati in Questura, gli agenti della Squadra Mobile appuravano che i due malviventi avevano già accompagnato l’anziano presso un istituto di credito cittadino dove quest’ultimo  aveva prelevato e consegnato loro 500 euro e che, non contenti, lo stavano accompagnando presso la sua abitazione per trovare altro denaro necessario, secondo loro, alla riparazione del danno.

Le successive perquisizioni eseguite a carico dei due giovani consentivano di rinvenire e sequestrare, al ragazzo che li aveva nascosti addosso, i soldi che l’anziano aveva già consegnato ai malviventi.

I due, un diciannovenne ed una ventenne, italiani senza fissa dimora, venivano così denunciati all’Autorità Giudiziaria per truffa aggravata. Il Questore di Vercelli ha poi adottato nei loro confronti la misura di prevenzione personale del foglio di via obbligatorio, impedendo loro di fare ritorno nella nostra provincia per tre anni.

 

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1 commento

  1. “I due, un diciannovenne ed una ventenne, italiani senza fissa dimora, venivano così denunciati all’Autorità Giudiziaria per truffa aggravata. Il Questore di Vercelli ha poi adottato nei loro confronti la misura di prevenzione personale del foglio di via obbligatorio, impedendo loro di fare ritorno nella nostra provincia per tre anni”.
    Bisognerebbe dar loro una dimora! … Purtroppo il Questore non può far di più .. dovrebbero esser egli Organi Costituzionali della Repubblica .. che gioiosamente derogano ad ogni piè sospinto ai diritti costituzionali degli italiani, a prendere l’iniziativa di imbarcare questi italiani sui barconi (quelli che arrivano a Lampedusa .. ma anche sugli appositi Yacht) alla volta di Tunisia e Libia dove potrebbero tentare di affinare la propria tecnica di truffatori e venir a conoscere bene quella cultura .. presto sarà la nostra .. forse ne conoscerebbero anche le prigioni, da quelle parti non si ricorre al “foglio di via obbligatorio, impedendo loro di fare ritorno nella -nostra- provincia per tre anni” … perché considerati inefficaci!

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