Mentre al Museo Leone è tutt’ora in corso la bella mostra di liuteria con 27 chitarre legate al nome, alla storia e alla passione per il collezionismo di Angelo Gilardino (mostra inaugurata venerdì scorso dal sindaco Andrea Corsaro e da uno stupendo concerto di Calotta Dalia nella Sala delle Cinquecentine), domani, venerdì, al Museo del Tesoro del Duomo viene inaugurata una seconda mostra, stavolta d’arte.
Accanto ai preziosissimi reliquiari, urne, bastoni pastorali, codici medievali, etc., che sono al centro dell’esposizione stabile del Museo di piazza D’Angennes, trovano spazio trenta quadri del Novecento di Enzo Gazzone, Umberto Ravello ed Edgardo Rossaro: in gran parte fanno parte della collezione privata di Gilardino (che oggi appartiene al figlio adottivo Alessandro Gilardino Nicodemi), e in parte sono messi a disposizione dalla figlia di Gazzone, Carla, e dall’ingegner Paolo Benedetti, di Viareggio, discendente dei Rossaro.

La mostra viene realizzata con l’appoggio del Comune e grazie alla sensibilità del Presidente della Fondazione Museo del Tesoro del Duomo Piero Bellardone, e delle due conservatrici Sara Minelli (Museo del Tesoro del Duomo) e Silvia Faccin (Biblioteca capitolare) che ne hanno curato l’allestimento insieme al presidente dell’Associazione Culturale Musicale “Angelo Gilardino” Marco de Santi. La mostra, che è ospitata al piano terreno, si potrà ammirare fino al 30 giugno, nei giorni e negli orari di visita del Museo, pagando il normale biglietto d’ingresso.

La mostra nel Museo del Tesoro del Duomo, così come quella al Leone sulla liuteria, si propone lo scopo non di fornire una lettura critica o biografica dei tre pittori, quanto invece di mostrare artisti che Gilardino (grande appassionato e studioso d’arte) amava e collezionava nella convinzione che si trattasse (come in effetti è) di pittori di valore, che Vercelli non può dimenticare e che dovrebbe celebrare periodicamente con singole mostre specifiche: compito che l’Associazione Gilardino si è prefissa di svolgere in futuro. Per i vercellesi un appuntamento irrinunciabile.






Nel condividere la motivazione, apprezzabilissima,
qui fornita a favore di questa (già) eccezionale mostra,
aggiungerei che non si tratta soltanto di sommatoiria dei tre artisti
semplciemente accomunati da una comune amicizia col grande musicista,
in più ci viene concesso di accedere ad un percorso espositivo
“creato” dallo stesso Gilardino ! .. il quale focalizzò la propria attenzione
il proprio innato istinto creativo, il priprio apprezzamento, proprio su quei soggetti
e non altri, quindi, in definitiva, invita il visitatore ad accompagnarlo ed a condividere
il messaggio in una chiave di lettura del tutto nuovo e originale. Approfittiamo dell’Invito!