Cosa dire? Niente, almeno pensiamo. Perché non ci sono parole per commentare in modo sufficientemente esaustivo l’ennesima “Caporetto” dell’Opera Pia Pro Vercelli che, dopo Novara, Triestina e Clodiense è riuscita nell’impresa per nulla semplice di resuscitare anche il modesto ma caparbio e orgoglioso Arzignano, una delle poche squadre che, almeno sulla carta, in questo momento era piazzata peggio delle Bianche Casacche. E, tanto per fare le cose fatte bene, la sconfitta è arrivata bella secca, uno 0-3 davanti al pubblico amico a dir poco umiliante, una di quelle scoppole da far fischiare le orecchie per mesi.
Usiamo l’aggettivo “umiliante” dal momento che ci sembra l’aggettivo che più calza a pennello per descrivere il lento ma inesorabile sprofondare della Pro verso il fondo della classifica; e non è detto che sia finita qui, perché lo “sprofondo nero” di mister Paolo Cannavaro e della sua ciurma cresce in maniera esponenziale di partita, con prestazioni sempre più indecorose e, a questo punto, indifendibili. Indifendibile la squadra che, dopo alcune partite in cui oltre ai risultati positivi si era visto uno straccio di gioco di grinta e di corsa, si è trasformata in un gruppo che ormai è tutto fuorchè una squadra (primi problemi di spogliatoio?), privo di mordente, convinzione nei propri mezzi e amor proprio, nonchè di qualsiasi idea di gioco che vada al di là di una ragnatela di passaggi in orizzontale (possibilmente arretrando) senza mai cercare lo spunto sulle fasce piuttosto che la profondità per vie centrali o fraseggi tra centrocampisti e punte. Aggiungiamo una difesa a dir poco imbarazzante che, di testa o di piede non ne prende una: come nel trito a segno del Luna Park, “ogni tiro un premio” e infatti l’Arzignano ha vinto 3-0 con tre conclusioni nello specchio della porta (tanto per non farci mancare nulla, abbiamo subìto anche il più classico gol dell’ex).
Fa discutere, a questo punto, anche la conduzione tecnica. E’ inutile insistere a schierare giocatori fuori posizione come, tanto per fare un esempio, Carosso (che da sempre è un difensore centrale9 come esterno oppure mandare in campo nell’undici titolare ragazzi come Louati, Bunino e Clemente che sembrano essere in un momento di condizione psicofisica evidentemente disastrosa. Ma anche il resto della squadra non è che dia segnali incoraggianti sotto questo aspetto; quasi chiunque appare spento, svuotato, senza una briciola di “animus pugnandi”.
Della ignobile disfatta contro l’Arzignano salviamo solo l’esordio dal primo minuto del giovanissimo Sow, l’unico che veramente ha lottato per tutto il tempo in cui è rimasto in campo e qualche guizzo dei subentrati Rutigliano e Dell’Aquila entrati in campo quando ormai il patatrac era già stato bello che servito (ma perché stanno sempre in panchina?) e poi le tenebre più nere. Con un bilancio del genere contro l’ultima della classe (ma è successa la stessa cosa anche in altre occasioni), venire subissati dai fischi dei tifosi inferociti a fine partita è il minimo che possa capitare, su questo crediamo non sussistano dubbi. Intendiamoci, a nessun tifoso fa piacere fischiare o contestare i giocatori della propria squadra ma è anche necessario comprendere che il tifoso paga il biglietto e il “baraccone” multi-miliardario del calcio professionistico si regge in piedi soprattutto grazie alla passione non solo di milioni ma di miliardi di sportivi di tutto il mondo. E quando il tifoso si sente preso in giro, non c’è santo che tenga, ha il sacrosanto diritto di contestare (ovviamente sempre nei limiti del rispetto e del decoro) tutti ma proprio tutti, calciatori, staff tecnico e società.
E, parlando di società, veniamo a quello che è il tasto più dolente di tutta questa situazione, ovvero chi ha la responsabilità maggiore in tutta questa situazione e che deve, lo voglia o no, rispondere in prima persona ai tifosi: la società. Una dirigenza assente, il cui comportamento asettico e distaccato lascia intendere che a questi signori il destino della Pro Vercelli non interessi più di tanto. Non è sufficiente farsi vedere una volta ogni sei mesi per due parole in conferenza stampa e affermare che si vedono troppi “drammi” intorno alla squadra e la contestazione è gratuita. E cosa bisognerebbe fare, continuare così fino alla fine del campionato? Da quello che si è visto nel match con l’Arzignano parrebbe di sì. Sia chiaro, tutti eravamo coscienti che in estate è stato allestito un organico molto “sostenibile” ma questo non vuol necessariamente dire che i tifosi debbano essere presi in giro, perché è questo che sta accadendo. Il mercato sostenibile si può benissimo fare, anzi per molte società è quasi un obbligo ma bisogna saper spendere bene quei quattro spiccioli di cui si dispone e, condizione imprescindibile, saper almeno tenere il campo con dignità che, in definitiva, è ciò cui tiene in maniera particolare la tifoseria vercellese. Onestamente, non sembra di chiedere troppo.
Tornando per un attimo al calcio giocato, la settimana entrante vedrà le Bianche Casacche attese da due partite di fuoco, due trasferte a Caravaggio con l’Atalanta Under 23 e a Verona sul terreno della Virtus, un’altra pericolante da resuscitare e, andando avanti con questo trend non sarà difficile rimettere in carreggiata anche i rossoblù veneti. Sette giorni che saranno la cartina di tornasole sul futuro della Pro Vercelli: è stato toccato il fondo e si potrà soltanto risalire o ci si metterà a scavare per avventurarsi ancora più in profondità? Ritornano alla mente parole ad effetto, la dichiarazione con cui nell’estate 2020 proprio l’attuale dirigenza si presentò agli appassionati vercellesi: “Tre anni di tempo e saremo pronti per dare l’assalto alla serie B” e sfidiamo chiunque ad affermare il contrario. A meno di non aver capito male. Non è che abbiano detto “serie D” e tutti i presenti abbiano in quel momento frainteso?
Fabio Michelone
Qui di seguito, il tabellino della partita
PRO VERCELLI: Rizzo (voto 5); Biagetti (5), Sbraga (4,5), De Marino (5); Clemente (4,5) (27′ stVigiani), Iotti (5,5), Louati (4,5) (27′ st Emmanuello s.v.), Carosso (4,5) (1′ st Dell’Aquila 5,5); Sow(6) (40′ st Coppola s.v.), Bunino (4,5) (27′ st Rutigliano 5,5), Comi (5). A disp. Passador, Lancellotti, Marchetti, Cugnata, Contaldo, Da Pra, Iezzi, Schenetti, Serpe. All. Cannavaro (4)
ARZIGNANO: Boseggia; Rossoni, Boffelli, Milillo; Boccia, Barba (4′ st Lakti), Antoniazzi (15′ st Cerretelli), Bordo, Toniolo (1′ st Cariolato); Lunghi (30′ st Benedetti), Nepi (30′ st Mattioli). A disp. Lotto, Manfrin, De Zen, Rossi, Benedetti, Stefanoni, Campesan, Verduci. All. Bianchini
ARBITRO: Rispoli di Locri.
RETI: 9′ pt Nepi; 10′ st Boffelli, 43′ st Benedetti.
AMMONITI: Clemente, Biagetti (PV), Antoniazzi, Benedetti, Boffelli (A)
Francamente il risultato pare assurdo
inspiegabile, impossibile.!
L’avversario era proprio quello
delle ultime cinque partite:
5 sconfitte !
Faccio ugualmente tre ipotesi
(sulla scia di pareti autorevoli)
1. la squadra, quasi al completo,
non ama più “il Mister”
2. i giocatori, da un po’ di tempo
(da principio?)
non prendono lo stipendio
3. VV.EE.
…..
Pro Vercelli V. 0-3
https://youtu.be/t0IGGE_zGfU?si=doEhkd28iz2WaOd9