Lunedì il grande concerto di Natale per la Lilt in Sant’Agnese

Il flautista Ncolò Manachino

Tra i tanti Concerti di Natale a Vercelli, spicca quello di lunedì 20 dicembre, con inizio alle 21 in Sant’Agnese, organizzato a favore della Lilt, la Lega per la lotta contro i tumori. Ne saranno protagonisti il Coro Lirico “Giovan Battista Viotti”, diretto da Stefania Bellini, la Corale Sant’Abbondio di Buronzo, diretta da Lorenzo Battagion (che dirigerà tutta la serata) e il Coro di Calice (Domodossola), diretto da Anselmo Quartagno. 

Lorenzo Battagion

La formazione orchestrale, proveniente da Domodossola e composta da una trentina di elementi sarà integrata da musicisti vercellesi di livello, tra i quali spicca il primo flauto dell’Orchestra “Verdi” di Milano, Nicolò Manachino, uno dei migliori flautisti italiani in assoluto. Altri nomi di spicco tra i musicisti, quelli di Alberto Sala, organista titolare del Duomo di Novara e di Maria Elena Bovio, titolare della cattedra di arpa al Conservatorio di Milano. Tra i cantanti solisti, la vercellese Serena Rubini, soprano, conosciuta e stimata per la sua grande professionalità, e quattro professionisti del Regio di Torino: il mezzosoprano Daniela Valdenassi, il contralto Roberta Garelli, il tenore Matteo Pavlica e il baritono Giuseppe Capoferri.

Il soprano Serena Rubini

Come già abbiamo detto, direttore e maestro concertatore sarà Lorenzo Battagion, baritono affermatissimo ora al Regio di Torino, al quale si deve l’organizzazione di eventi musicali di richiamo, anche nella nostra provincia.

Il programma comprende la Messa in sol maggiore D.167 di Schubert, la Danza deglo Spiriti Beati dall’Orfeo ed Euridice di Gluck e l’Oratorio de Noël opera 12 di Saint-Saëns. Un programma e un organico di artisti di notevole livello, e dunque imperdibile.

L’ingresso (con il green pass) è a offerta e, come abbiano già detto, il ricavato andrà alla Lilt vercellese.

 

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2 Commenti

  1. Un bellissimo concerto, straordinari concertisti, pur se Orfeo ex Euridice a S. Agnese con la nascita del Redentore c’entra quanto la Pachamama a S. Pietro.

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