L’immagine della signora Barbara, piccola e vestita di nero, ma immensa nella sua dignità, nel suo dolore tenero e composto, che, staccata una rosa gialla dal cuscino che sormonta la bara marito, Giuseppe Saverio Lombardo, lancia un ultimo bacio verso il carro funebre che si allontana dalla chiesa di Sant’Antonio all’Isola resterà nella memoria di tutti. Compresa la mia, per sempre.
Oggi non solo a Vercelli, ma in tutto il Piemonte, è il giorno del lutto. A testimoniarlo concretamente è venuto all’Isola di Vercelli il governatore Alberto Cirio. Con lui, il sindaco Andrea Corsaro, che indossa la fascia tricolore, il presidente della Provincia Davide Gilardino e il vice presidente del Consiglio comunale Gianni Marino, in rappresentanza di tutta l’assemblea cittadina. Ma tra la folla c’è anche l’ex sindaca Maura Forte, con la segretaria cittadina del Pd Patrizia Jorio Marco e Sara Rocutto, già giovanissima presidente dell’Anpi e ora nella segreteria del Pd. A rappresentare le istituzioni, anche la vice prefetto vicaria, Cristina Lanini, e i vertici delle forze dell’ordine. E, ovviamente i labari listati a lutto di Regione, Provincia e Comune.
L’arrivo della salma di Giuseppe Lombardo è accolto da un grande applauso e dalle note della canzone di Marco Mengoni “Guerriero”, che dice così: “E amore…resterò al tuo fianco fino a che vorrai / ti difenderò da tutto, non temere mai”. Le note sgorgano da un’Alfa Bianca: è quella che la più giovane vittima dell’assurda tragedia di Brandizzo, Kevin Laganà, guidava quella sera, la sera del 30 agosto, per andare al lavoro. Dal giorno dopo l’incidente, quell’auto, che poi qualcuno della famiglia ha riportato indietro, staziona davanti alla casa dei Laganà, in corso XXVI Aprile: tutti la riconoscono perché sul lunotto posteriore c’è una foto di Kevin.
La famiglia Laganà ha curato, con affetto e generosità, la regia extra religiosa dei tre commiati a Vercelli. Non c’è stato un unico funerale, ma è come se lo fosse perché ci sono rappresentanti di tutte e tre le famiglie vercellesi. E a legarle, le musiche pre e post esequie scelte dai Laganà e diffuse dall’auto di Kevin, e i palloncini gialli che, a funerali conclusi, salgono al cielo, poco prima dell’ultimo bacio sussurrato dalla signora Barbara al suo Giuseppe Saverio. Quando, con i figli Elena, Rosanna e Marco, Barbara Lombardo ha salutato la salma del marito, diretta a Valenza per la cremazione, le note che salivano al cielo, con i palloncini gialli, erano quelle di una canzone di Lorenzo Fragola, “D’improvviso”. Dice il testo: “Centomila vite fa, inseparabili. Ora dove sei, adesso cosa fai? D’improvviso penso a te, d’improvviso penso che ti vorrei sentire anche per un istante”.
E tutti abbiamo pensato a quell’uomo, dallo sguardo buono, la cui gigantografia troneggia su un angolo della chiesa di Sant’Antonio. Quell’uomo che, quella sera, quella sera che non avrebbe dovuto esserci mai, aveva il mal di schiena, e sarebbe potuto stare a casa, insieme ai suoi cari. Ma no che non poteva. Perché Giuseppe Saverio era un persona seria: se non fosse andato lui al lavoro, l’azienda avrebbe dovuto cercare all’ultimo momento qualcun altro al suo posto. E non sarebbe stato giusto. Il bacio con la rosa gialla in mano della signora Barbara, si è riannodato al saluto di quella sera, quella sera che non avrebbe mai dovuto esserci, di quasi un mese fa.
In chiesa, don Massimo Bracchi, il parroco delle Maddalene ha cercato di trovare le quasi impossibili parole giuste per dare un minimo di conforto a Babara, Elena, Rosanna e Marco, alla suocera Elena, ai fratelli e alla sorella di Giuseppe Saverio: “Voi dovete pensare che adesso Giuseppe è in pace, nel posto scelto da Dio per lui”.
C’è da spiegare il perché della scelta della chiesa dell’Isola per la cerimonia funebre. Perché, come ci ha spiegato con Bracchi, Giuseppe Saverio era affezionato a quella chiesa ed i suo figli amavano andare a messa lì. Ciascuna famiglia ha scelto la chiesa mentre il sacerdote celebrante è quello della propria parrocchia: tra poco, in Duomo, officerà il parroco di Borgo Vercelli, dove da poco più di un anno, viveva Michael Zanera, per essere vicino al posto di lavoro.
E mentre don Bracchi celebrava le esequie di Giuseppe Saverio Lombardo, nella parrocchia di Chivasso si svolgevano i funerali di Giuseppe Aversa, poi sepolto a Borgo d’Ale, il paese in cui viveva, con la compagna e la mamma. In chiesa, a Chivasso, con l’assessore regionale Fabrizio Ricca, c’era il sindaco della cittadina torinese, Claudio Castello, e c’era anche quello di Borgo d’Ale, Pier Mauro Andorno, che poi ha accompagnato (con i familiari di Aversa) la salma di Aversa nella sua abitazione do Borgo d’Ale e, successivamente, al cimitero dove, prima di essere inumata, ha avuto la benedizione del vicario generale della Diocesi di Vercelli, monsignor Stefano Bedello, presenti anche il parroco di Cigliano, don Lorenzo Pasteris e il “reggente” della parrocchia don Marcellin Akonsena.
I funerali di Giuseppe Sorvillo si svolgeranno invece domani, alle 11, a Brandizzo, mentre quelli di Kevin Laganà sono fissati in Duomo sabato alle 9,30.
L’ultimo saluto a Giuseppe Saverio Lombardo che è morto per il senso del dovere – un messaggio di altissimo valore civile – è stato il primo in questo giorno di lutto cittadino e piemontese. Una famiglia sconvolta dal dolore, ma unita dalla forza di valori che si tramandano di generazione in generazione tra le persone perbene, ha salutato un marito, un padre, un fratello che Vercelli non dimenticherà. Come Kevin, Michael, Giuseppe e Giuseppe.
Edm