Livio Ghisio e Annalisa Canetto, quando il teatro è in un’automobile

Chi, navigando sul web, fa tappa sulla pagina di Ciaotickets e vuole prenotarsi un posto utile per assistere a L’ordine delle cose, dopo aver acquistato il biglietto è probabile che sgrani gli occhi convinto di non avere letto bene dove si svolgerà il suddetto spettacolo: a Torino sì, ma su un’automobile Ford Fiesta targata FK105FL.

Però bisogna dire che lo spettatore non è così sprovveduto dato che, specie se parliamo di teatro, solitamente è molto informato, dunque in questo caso sa a cosa va incontro. L’ordine delle cose è uno spettacolo scritto da Livio Ghisio e interpretato da Annalisa Canetto, partner nella vita e nell’arte. ArteinScacco, la compagnia da loro fondata, il mese scorso ha organizzato, insieme a Teatro di Dioniso e Cuocolo/Bosetti, il festival #ogniluogoèunteatro.

L’ordine delle cose si svolge in auto, uno spazio teatrale piuttosto inconsueto. Non è la prima volta che accade: il debutto infatti avvenne nel maggio 2019 fa all’interno di Shake, lungimirante rassegna cittadina che aveva riunito in un sol colpo buona parte delle compagnie del territorio.

A Torino ci sarà tempo dal 21 ottobre al 5 novembre (per i biglietti cliccare qui), 18 repliche in tutto poiché la vettura può contenere solo un numero limitato di passeggeri, compreso chi guida, ovvero Annalisa Canetto. Sua sarà la voce che esce dall’autoradio raccontando un viaggio che Ghisio ha pensato «con l’amichevole aiuto di amici qualificati quali William Shakespeare, Ovidio, Lucrezio, Stephen Hawking, Carlo Rovelli, W. A. Mozart, Albert Einstein, Marlon Brando, Cicciolina, Jerry Calà e Marylin Monroe».

«La scelta del viaggio in auto – prosegue l’autore – invece deriva dall’esigenza di mettere lo spettatore in una situazione di ascolto anomala: l’automobile è un luogo privato, intimo dove viaggiando ascoltiamo la musica che preferiamo, cantiamo quando nessuno ci può sentire e pensiamo alle cose a cui non possiamo pensare quando siamo con gli altri; ma questa è un’auto dove non siamo soli, è un’auto guidata da una sconosciuta: è a lei che ci dobbiamo affidare ed è sempre lei il tramite che abbiamo scelto fra noi e lo spettatore, in questo lavoro in cui viene confutato il principio primo del teatro: la compresenza dell’attore e dello spettatore in un unico luogo e in un unico tempo».

Livio Ghisio ci spiega tutto questo nella pausa tra una lezione e l’altra dei corsi di teatro che tiene a Trecate. Sappiamo che ha poco tempo, perciò gli chiediamo subito a bruciapelo un bilancio di #ogniluogoèunteatro, il festival che ha portato il teatro ovunque, tranne nel posto dove siamo soliti collocarlo: l’edificio teatrale.

«Siamo contenti – afferma – sia della risposta del pubblico in primis, che è sensibilmente aumentato rispetto alle passate edizioni, ma anche della qualità degli spettacoli. Quest’anno abbiamo alzato l’asticella, portando artisti veramente bravi e coinvolgenti. Un altro aspetto che ci ha reso felici è proprio il fatto che tanti di questi artisti vogliono venirci a trovare anche il prossimo anno».

Quindi #ogniluogoèunteatro ritornerà anche nel 2024? «Sì, stiamo già programmando il calendario. Il nostro scopo è fare crescere ulteriormente questa esperienza. L’atmosfera che si è creata col pubblico, con gli artisti e con i luoghi è un dato positivo. Non possiamo che riprendere da lì».

m.m.

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