Gioin esaurito per la conferenza di Boccalini e Rosso sulla storia “nascosta” di Vercelli

Tutto esaurito, anzi gente in piedi, ieri alla Sala Gioin di via Laviny per la conferenza dei professori Marta Boccalini, del Liceo Classico Lagrangia, e  Claudio Rosso, dell’Upo, su “Una storia nascosta: alla ricerca degli storici inediti vercellesi del Cinque e Seicento”.

In pratica si è parlato della tesi di laurea discussa ventotto anni fa da Marta Boccalini all’Università di Torino con il professor Sergio Roda (che successivamente sarebbe diventato pro rettore dell’Ateneo) su “L’antiquaria vercellese tra ‘500 e ‘600”, tesi che aveva consentito a Marta Boccalini di laurearsi con il massimo dei voti e lode.

Quella tesi, poi pubblicata, è diventata oggetto di studio di tanti docenti universitari che l’hanno consigliata ai loro studenti. Si tratta di un lavoro certosino, approfondito e originale che mette in luce anche l’opera di autori di manoscritti inediti, che cercavano in tutti i modi di esaltare antiche (e improbabili) ascendenze di Vercelli, facendone risalire l’origine addirittura a scampati alla distruzione di Troia, come una fantomatica Veneris Cella (da cui deriverebbe il nome della nostra città). Fantasie che però, come ha chiarito ieri professor Rosso, scaturivano dalla bramosia delle famiglie importanti (non solo vercellesi) di avere antenati illustri: dai troiani sfuggiti al massacro ad opera degli Achei ad addirittura a semidei come Ercole.

In mezzo a tante assurde invenzioni, va dato merito a questi storici, come il Ranzo e come il Modena, di avere anche dato indicazioni importanti ai loro concittadini, come, ad esempio, l’individuazione, nell’area in cui poi le vestigia sono state portate alla luce, diversi secoli dopo, dell’anfiteatro tra gli attuali viale Rimembranza e corso De Rege.

Una conferenza interessante e coinvolgente, presentata dall’assessore all’Istruzione del Comune Gianna Baucero.

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