Stop a ogni sperimentazione con il pubblico finché non sarà chiarita la situazione. Lo ha annunciato Diasorin dopo che nei giorni scorsi l’amministratore delegato della multinazionale con sede a Saluggia, Carlo Rosa, e i vertici del Policlinico San Matteo, tra cui il presidente, il direttore generale, il direttore scientifico e il responsabile del laboratorio di virologia molecolare sono finiti sul registro degli indagati con le accuse a vario titolo di peculato e turbativa d’asta.
Di qui “la decisione di sospendere tutte le nuove attività di sperimentazione clinica con enti pubblici italiani sino a quando non saranno ristabilite le necessarie condizioni di certezza giuridica in materia” fa sapere Diasorin che negli ultimi tre giorni ha perso il 10% a Piazza Affari. L’azienda spiega che “avendo appreso dell’inchiesta da parte della Procura della Repubblica di Pavia, in cui si ipotizzano anomalie procedimentali riguardo l’accordo di validazione dei test anti Sars-CoV-2 stipulato con il Policlinico San Matteo di Pavia, pur ribadendo la correttezza e legittimità del proprio operato e ricordando che sulla questione si è di recente espresso il Consiglio di Stato con conferma, in sede cautelare, della validità dell’accordo medesimo, comunica la decisione di sospendere tutte le nuove attività di sperimentazione clinica con enti pubblici italiani sino a quando non saranno ristabilite le necessarie condizioni di certezza giuridica in materia”.
La Procura di Pavia sta indagando per concorso in peculato e turbata libertà di procedimento di scelta del contraente: le pesanti accuse rivolte ai vertici di DiaSorin (casa madre a Saluggia) e del Policlinico San Matteo di Pavia puntano sui rapporti che si sospetta troppo privilegiati tra l’Istituto di Ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) e l’azienda leader nel campo delle biotecnolgie. Tutto è legato all’affidamento diretto, appunto a DiaSorin, per le sperimentazioni di test sierologici sul Covid: in sostanza, secondo i pm che hanno avviato l’indagine (il procuratore aggiunto Mario Venditti e Paolo Mazza), il San Matteo avrebbe trasferito all’azienda piemontese (soggetto privato) tutti i risultati delle sue attività di ricerca e sperimentazione (e l’ospedale di Pavia è una struttura pubblica), favorendolo a discapito di altri potenziali concorrenti che potevano testati a loro volta e giocare un ruolo importante nell’effettuazione dei test sierologici in Lombardia; e non solo: l’accordo stipulato tra i due contraenti è stato trovato senza alcuna gara.





