Arcidiocesi, Comune e Soprintendenza sul tabernacolo del Sant’Andrea

In relazione alla polemica scoppiata nei giorni scorsi circa il restauro del tabernacolo del Sant’Andrea da parte de La Rete (la consulta per la promozione del territorio vercellese) riceviamo e pubblichiamo un comunicato firmato da Arcidiocesi di Vercelli, Comune di Vercelli e Soprintendenza archeologica Belle Arti e Paesaggio per le Province di Biella, Novara, VCO e Vercelli:

In relazione alle vicende riportate da taluni organi di stampa inerenti i lavori eseguiti su una lastra metallica lavorata che era presumibilmente collocata sull’anta del tabernacolo di una cappella laterale dell’abbazia di S. Andrea, di proprietà del Comune di Vercelli, si precisa quanto segue:

Si prende atto da quanto dichiarato dagli organi di stampa che il manufatto risale al 1945 quindi ricadente sotto tutela ai sensi degli artt. 10-11–12 del Decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, recante il “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, e successive modifiche e integrazioni (Opere con oltre 70 anni, soggette a tutela, salvo verifica d’interesse culturale).

Essendo il bene tutelato è necessario per qualsiasi intervento acquisire la preventiva autorizzazione della Soprintendenza ai sensi dell’art. 21 del decreto richiamato. Inoltre il lavoro di restauro deve essere eseguito da professionalità abilitate come da elenco dei nominativi abilitati all’esercizio della professione di restauratore di beni culturali ex art. 182 ed ex art. 29 del decreto legislativo 22 gennaio 2004 n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio). Abilitati ex art. 182 Decreto n. 183 del 21.12.2018

Le predette disposizioni valgono sia per i beni pubblici, sia quelli di proprietà ecclesiastica e quindi si sarebbero applicate anche se il manufatto in questione fosse stato di proprietà ecclesiastica, anziché pubblica.

I referenti di “La Rete” hanno di conseguenza asportato il manufatto dalla sua sede naturale senza autorizzazione del legittimo proprietario (il Comune di Vercelli), con il solo consenso previo del Rettore dell’Abbazia, al momento ignaro del fatto che, sebbene per pochi anni, il manufatto artistico rientrasse sotto tutela.

Alla luce di quanto sopra la Soprintendenza si riserva pertanto di verificare l’interesse artistico del manufatto già tutelato ope legis ai sensi degli artt. 10-12 del decreto richiamato.

Gli Enti scriventi, confidando di avere chiarito i termini della questione, auspicano fortemente che il fatto non diventi occasione per ulteriori strascichi polemici, controproducenti nel momento in cui l’intera Comunità civile e religiosa vercellese si stringe attorno alla propria pluri-secolare Abbazia, testimonianza perenne ed intangibile di fedeltà alle radici cristiane dell’Europa e faro di irradiazione di valori spirituali ed etici condivisi in tutta la nostra comunità locale.

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