Amicizia e passione per la bicicletta i due motori del Velo Club Vercelli

Tempo di bilanci per il Velo Club Vercelli. Lo storico sodalizio ciclistico, presieduto da Venio Trebaldi, anche in questo infausto 2020 si è tolto delle piccole soddisfazioni, sebbene molti degli obiettivi programmati a inizio stagione non si sono potuti raggiungere a causa dell’emergenza sanitaria tuttora in corso.

Il ciclismo amatoriale è stato colpito in maniera profonda e di colpo si è visto annullare i tradizionali appuntamenti come le granfondo, le randonnée, le gare a circuito e i ritrovi cicloturistici. Tuttavia gli appassionati del pedale non si sono persi d’animo: in pieno lockdown hanno organizzato uscite virtuali sui rulli e successivamente si sono inventati giri più o meno impegnativi.

È il caso del Velo Club i cui tesserati, non potendo attaccarsi il numero sulla schiena e competere con se stessi e con gli altri, si sono comunque tolti la loro voglia di pedalare, ritrovandosi per uscite all’insegna del divertimento e dell’amicizia. Il modo giusto di vivere il ciclismo insomma, perché la bicicletta è prima di tutto aggregazione. Prova ne sia la Vercelli che Pedala, la tradizionale cicloturistica, che è un po’ il marchio di fabbrica del Velo Club.

Per tracciare la storia del Velo nell’anno del Covid, abbiamo fatto due chiacchiere con il presidente Venio Trebaldi che è al timone della squadra dal 1973, anno della sua fondazione. Da allora tanti passi sono stati compiuti e oggi il Velo Club è una delle realtà sportive più consolidate in città

Presidente come si sente alla fine di questo 2020?

Amareggiato per non aver potuto organizzare la tappa Challenge in memoria di Mario Vetri e la quarantasettesima edizione della Vercelli che Pedala. Poi il convivio di fine anno, le rituali e annuali manifestazioni. Devo ammettere che mi sono mancate più di ciò che pensavo, ma auguriamoci di poterle riprendere nel 2021.

Il prossimo anno, oltre a ciò che ha appena citato, ci saranno altre novità?

A proposito di 2021 alcuni corridori del nostro team stanno ideando un raid che da Vercelli li porterà a Santiago de Compostela. Un pellegrinaggio in bicicletta. A loro vanno il mio augurio per la riuscita della pedalata e i complimenti per l’audace impresa in progetto.

Cosa l’ha impensierita di più in questi mesi?

Tra i tanti timori che ho avuto in quest’anno tormentato dal Covid e da tante altre paure connesse, io ero preoccupato, con la chiusura della sede sportiva dal mese di marzo, per un allentamento dei contatti tra gli associati che hanno, tra di loro, un particolare e ammirevole rapporto di amicizia, di unione, oltre alla passione per la bicicletta e per il ciclismo.

Fortunatamente, ma non c’era alcun dubbio, ciò non si è verificato perché posso garantirle, conoscendoli personalmente, che da voi si respira un clima d’amicizia raro a trovarsi.

È vero, i miei ragazzi hanno collaborato e questo mi rende enormemente felice. C’è molta coesione tra di loro. Vivono il gruppo in un modo ammirevole. Di più non potrei chiedere.

Nei mesi estivi si sono sempre ritrovati e, pur non potendo gareggiare, si sono inventati dei bei giri.

Vero, l’hanno dimostrato con i fatti: numerose sono state le uscite fuori porta, ma, anche fuori Provincia e Regione con percorsi medio lunghi e lunghi e magari scoprendo il fascino del vero cicloturismo.

Qualche esempio?

Non voglio citare né nomi né percorsi. Non è lo scopo che voglio raggiungere, infatti, desidero semplicemente comunicare a tutti il mio emozionato ringraziamento e in modo particolare ai protagonisti di queste uscite. Essi oltre ad aver dato un grande esempio a tutti hanno regalato molte soddisfazioni agli amici associati e a me che temevo in una perdita di energia da parte del Club che per i noti problemi non ha potuto essere protagonista, come sempre, nelle varie competizioni annuali di calendario.

Vuole ringraziare qualcuno in particolare?

I ragazzi senza dubbio. Grazie a loro il Velo Club ha potuto esprimersi ad alto livello. Poi non posso dimenticare gli sponsor che ci hanno sostenuto, riponendo verso di noi la solita fiducia, con il loro alto senso sportivo in questo difficile momento. Infine grazie ai componenti del consiglio direttivo che mi hanno incoraggiato a non scoraggiarmi.

Massimiliano Muraro

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