Il viaggio lento di Gianluca Balocco del Velo Club Vercelli

Sono poche le cose da salvare in questo periodo, segnato dall’emergenza sanitaria per il Covid-19. Tra queste la riscoperta di un turismo lento e la voglia di spostarsi assaporando ogni metro del percorso scelto. Il mezzo ideale per compiere questo tipo di viaggio è la bicicletta, in questo caso interpretata non dal punto di vista agonistico, ma come puro e semplice piacere di muoversi godendo appieno del tempo che abbiamo la possibilità di concederci.

È partendo da questi presupposti che Gianluca Balocco, portacolori del Velo Club Vercelli, ha messo in pratica l’idea che da tempo gli frullava in testa: una vacanza itinerante nel Nord Italia, non in auto o in moto bensì in bicicletta.

Così si è preso cinque giorni di pausa, ha risistemato la sua vecchia mountain bike degli anni ’90 che riposava in garage, l’ha adattata alla bisogna, cioè con luci, portapacchi e borse varie, ed è partito senza fretta il mattino di sabato 5 settembre.

La prima tappa lo ha portato in Lombardia, verso Voghera. Da lì a Varzi, patria del pregiato salume, ha iniziato la lunga scalata al Passo Penice. Giunto in cima giù verso Bobbio dove si è fermato una notte in tenda all’addiaccio, non senza qualche sussulto per via dei cinghiali che erano usciti allo scoperto per mangiare.

Al mattino successivo Gianluca è ripartito alla volta del Passo Forcella che conduce in Liguria. Ha superato Chiavari, si è fermato ad ammirare le bellezze del Parco dell’Aveto, poi Sestri e Rapallo dove ha scelto di riposarsi due giorni dalle fatiche. De resto portare a spasso una bici così pesante comporta il doppio delle energie che si impiegherebbero con una da corsa.

Il ciclista vercellese si è poi fatto tutta la riviera ligure fino ad Albenga, infine l’ultima tappa che è stata anche la più lunga con i suoi 230 km e 2.000 metri di dislivello spalmati tra il Passo San Bernardo e le colline delle Langhe e del Monferrato.

Gianluca Balocco è quindi arrivato a Vercelli domenica sera alle 22. In tutto in cinque giorni ha macinato la bellezza di 630 km. La sua mountain bike ha retto bene, fino all’ultimo giorno, quando, data forse l’età, ha avuto i primi segni di cedimento. Gianluca Balocco invece ha incontrato alcune piccole difficoltà solo al terzo giorno, ma il riposo necessario gli ha permesso di portare a termine questo viaggio, unico nel suo genere, che sicuramente gli resterà scolpito come uno dei ricordi più belli.

m.m.

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