Il Tar lombardo ha bocciato l’accordo San Matteo-Diasorin per i test sierologici

Accogliendo il ricorso della TechnoGenetics Srl, che fa parte della multinazionale cinese Khb, il Tar della Lombadia ha bocciato l’accordo che, con la benedizione della Regione Lombardia, era stato sottoscritto lo scorso 23 marzo tra il Policlinico San Matteo di Pavia e la Diarosin di Saluggia sui test sierologici. La multinazionale che ha sede a Lodi era ricorsa al Tar (mandando un esposto anche a Consob, Anac, Authority della Concorrenza e procura della Repubblica di Pavia), sostenendo che Diarosin aveva acquisito un illegittimo vantaggio competitivo tra l’altro attraverso l’utilizzo di strutture e di personale pubblico (il San Matteo è una struttura pubblica) che si erano messe a disposizione per testare i suoi test. Inoltre i giudici amministrativi specificano che l’accordo tra la Fondazione San Matteo e Diasorin avrebbe “determinto una distorsione della concorrenza, in quanto l’intervento del soggetto pubblico (cioè la Fondazione che ha svolto la fase di ricerca) ha consentito ad un particolare operatore di utilizzare conoscenze, esperienze e mezzi che non sono accessibili a chiunque, con conseguente determinazione di un illegittimo vantaggio competitivo”.

Il Tar della Lombardia, insomma, ha dato ragione alla TechnoGenetics, ma sia il San Matteo sia Diasorin hanno annunciato il ricorso immediato al Consiglio di Stato.

“Faremo appello con urgenza al Consiglio di Stato per la riforma della sentenza di primo grado di cui chiederemo la sospensiva convinti della bontà dell’operato e che l’attività rientra pienamente in quella istituzionale dell’ente”, ha detto Alessandro Venturi, presidente della Fondazione San Matteo di Pavia, ripreso da Repubblica, commentando la decisione del Tar. “Il contratto è attivo e, quindi, il San Matteo non ha speso soldi a favore di Diasorin – ha aggiunto Venturi -. Viceversa per le prestazioni rese incassa risorse da destinare a favore della ricerca scientifica pubblica. In ogni caso i test andranno avanti a prescindere in quanto – per quanto ritiene Venture – la decisione del Tar è “irrilevante” ai fini delle indagini sierologiche sulla popolazione. Inoltre, le royalties previste in seguito alla validazione del test riguardano le vendite in tutto il mondo, esclusa la Lombardia”.
Dall’altra parte Diasorin comunica di aver accolto “con sorpresa la pronuncia del Tar della Lombardia che, evidentemente, non ha correttamente interpretato la natura dell’accordo intercorso con il San Matteo. La società ribadisce di avere sempre operato nell’ambito della correttezza e del pieno rispetto delle regole e di aver già dato ai propri legali mandato di proporre immediatamente appello avanti il Consiglio di Stato”.

La vicenda in realtà è molto complessa: su di essa ha realizzato una corposa indagine giornalistica “Il Fatto Quotidiano”, che punta esplicitamente il dito anche verso la Regione Lombardia, e soprattto su di una circolare emessa dallo stesso ente, il 26 marzo sorso, con cui venivano inviatate tutte le Ats (le Asl di quella Regione) a non procedere con gli esami vietando di fatto tutti i test sierologici. Il contrordine era avvenuto appena un mese più tardi, il 27 aprile, quando la sperimentazione sul test Diasorin fatta al San Matteo aveva appunto attestato la validità del test stesso: solo allora Fontana e Gallera avevano dato il via libera, ma solo a “quel” singolo test frutto dell’accordo ora cassato dal Tar.

I nostri lettori ricorderanno, a proposito di test sierologici, la battaglia condotta dal sindaco di Robbio Lomellina, Roberto Francese, il primo in Italia a promuoverli in larga scala, sin dalla fine di febbraio-inizio aprile, ignorando volutamente il divieto imposto dalla Regione alla Ats lombarde. Francese era ricorso ai un “pool” composto dai medici e ricercatori di due laboratori privati di Napoli e di Milano facenti riferimento all’azienda Onilab il cui responsabile è il dottor Andrea Adessi.

Il sindaco Francese si scontrò violentemente con la Regione e alla fine decise di proseguire ugualmente con i test volontari sulla popolazione. “La sentenza del Tar dimostra che avevamo ragione noi – ha attaccato qualche ora fa Francese, commentando la sentenza su sul sito di notizie online Notizie.it -. Per settimane ho cercato di mettermi in comunicazione con l’assessore Gallera. Lui visualizzava i miei messaggi, ma non mi rispondeva. Gli chiedevo di autorizzare più laboratori per eseguire i test, perché la mappatura dei cittadini è e rimane fondamentale per arginare il contagio. Mettersi nelle mani di un monopolista e aspettare a consentire il test fino a che l’accordo non fosse stato raggiunto è stata una cosa contraria al buon senso. Ci hanno fatto la guerra per mesi per poi uscire sconfitti su tutta la linea, anche se qui a perderci sono stati soprattutto i cittadini. Se i vertici regionali non si fossero intestarditi su una linea illogica, senza senso e a questo punto anche non conforme alle normative forse si sarebbe potuta salvare qualche vita in più”.

Per il dottor Andrea Adessi di Onilab, che come detto alla fine realizzò ugualmente,  per primo in Italia, i test sierologici a Robbio: “L’accordo tra la Fondazione San Matteo e Diasorin era, per quanto mi riguarda, davvero non corretto. Una cosa del genere non l’avevo mai vista. Non volevano fare la gara d’appalto perché erano in emergenza? Potevano, in alternativa, fare una manifestazione di interesse mettendo nero su bianco le caratteristiche richieste dai test e consentendo anche ad altre aziende di partecipare. Invece no, la sensazione fu che volessero quell’unico test Diasorin. Così si sono persi quasi due mesi di tempo prezioso per i cittadini”.

Una vicenda intricata insomma, in cui anche le scelte politiche fatte del duo Fontana (presidente della Regione Lombardia) e Gallera (assessore alla Sanità) nella gestione della lotta al contagio e nelle indagini epidemiologiche necessarie a monitorare la diffusione del Covid in una delle regioni più colpite d’Italia risultano messa in discussione. Fosse anche solo per il fatto che, nell’attesa dell’unico esame autorizzato per il sierologico, le settimane sono passate inesorabilmente.

 

 

 

 

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