Ravasenga: “Tanti motivi per il no al Polioli Bioenergy”

Ecco la lettera aperta dell’ex sindaco di Trino Giovanni Ravasenga sulla possibile realizzazione dell’impianto Polioli Bioenergy

 

 

Signor Presidente della Provincia di Vercelli

Signora Sindaco della Città di Vercelli

Signori Assessori della Regione Piemonte

è ormai nota la richiesta di Polioli Bioenergy s.r.l. per l’ottenimento delle autorizzazioni necessarie per la costruzione a Vercelli dell’impianto per la produzione di biogas e di compost dai rifiuti organici. Da cittadino trinese, e quindi residente a pochissima distanza dall’impianto proposto, con la presente ho ritenuto esporre direttamente alle S.V. alcune mie osservazioni ma anche le serie preoccupazioni sulla proposta della Polioli Bioenergy con l’auspicio che queste siano valutate e recepite nel corso dell’iter autorizzativo già avviato.

Innanzitutto le direttive europee motivano questa tipologia di impianti realizzabili in prossimità delle aree di produzione dei rifiuti organici e/o degli scarti di lavorazione della filiera agricola e/o agroalimentare. Una sorta di impianti a kilometro zero dai luoghi di produzione.

Impianti che trattano esclusivamente rifiuti prodotti nell’ambito di quello specifico Territorio, sia esso a livello comunale e/o provinciale. Una sorta di impianti dimensionati per garantire l’autosufficenza del trattamento di quello specifico Territorio. Una logica che riduce anche le percorrenze di trasporto dei rifiuti dal luogo di produzione e di raccolta, all’impianto di trattamento. Le Direttive sono quindi orientate alla realizzazione di impianti a basso impatto ambientale e quindi, se ne deduce, numericamente sostenibili per garantire la sufficienza del trattamento a livello territoriale.

Diversamente invece nel caso delle Aziende Agricole che in proprio e per la loro autosufficenza energetica, prevedono di trattare gli scarti organici delle loro produzioni e/o delle loro lavorazioni per produrre biogas e quindi anche l’energia elettrica necessaria per garantirsi l’autosufficenza con la eventuale immissione in rete delle eccedenze prodotte. In questo caso si tratta di impianti di modesta entità, a basso impatto ambientale e quindi pressochè irrilevanti sia dal punto di vista ambientale che paesaggistico.

Nel caso specifico i rifiuti organici della Provincia di Vercelli, ma risulta anche quelli provenienti da altri Territori, sono già ampiamente trattati nei due impianti esistenti sul Territorio provinciale: 1. Territorio e Risorse s.r.l. a Santhià; che attualmente produce solamente compost ma che ha ottenuto le autorizzazioni per l’ampliamento dell’impianto anche per la produzione di biogas. Attualmente produce esclusivamente compost; vengono trattate circa 50.000 tonnellate/anno di rifiuti organici provenienti dalla Provincia di Vercelli ma anche dal nord del Piemonte. 2. Koster di Tenuta Devesio a San Nazzaro Sesia; del quale recentemente è stato autorizzato l’ampliamento, produce sia compost che biogas. L’impianto tratta circa 28 mila tonnellate all’anno di “umido” e 50 mila tonnellate di sfalci e verde di potature. Rifiuti organici provenienti anche dal Territorio di ajtre Provincie. La produzione finale di compost aumenterà fino a raggiungere la 50 mila tonnellate immesso sul mercato viene utilizzato come fertilizzante nell’ambito della florovivaistica e per l’agricoltura in pieno campo. Il biometano prodotto dai processi di fermentazione dell’umido è previsto entro il prossino anno di immetterlo nella rete dei metanodotti. Metano puro al 99 per cento, in quantità compresa tra i 500 e i 1000 metri cubi all’ora. Considerato che un metro cubo di metano equivale circa a un litro di gasolio, il quantitativo di gas prodotto sarà equivalente a circa 8,5 milioni di litri, praticamente il consumo di circa 10 mila autoveicoli.

Da questo punto di vista se ne deduce che la Provincia di Vercelli è totalmente autonoma nel trattamento dei rifiuti organici e della frazione verde prodotti a livello provinciale, Valsesia compresa. Una produzione provinciale che risulterebbe, non raggiunga le 20.000 tonnellate/anno. Viene quindi da domandarsi il motivo per il quale Vercelli dovrebbe accogliere un ulteriore impianto dalla capacità di trattamento di oltre centomila tonnellate/anno di rifiuti provenienti esclusivamente da altri territori. Una scelta e una decisione in controsenso e che non ha alcuna sostenibilità principalmente dal punto di vista ambientale, sanitariom occupazionale ed economico. Appare infatti evidente che tra le principali aspettative e prospettive di sviluppo della Città di Vercelli e di parte del Territorio vercellese, siano maggiormente indirizzate al settore della logistica integrata e non certamente nella produzione del biogas e del compost già egregiamente assolta dai due impianti esistenti.

Va considerato inoltre che questi mega impianti producono anche ricadute negative in termini di potenziali e prevedibili emissioni in atmosfera di miasmi sgradevoli e di esalazioni malsane prodotte dal trattamento dei rifiuti organici, oltretutto in area vicinissima ai Centri abitati e alla stessa Città di Vercelli, in un Territorio soggetto a risanamento atmosferico come previsto dal Piano Regionale per il risanamento e la tutela della qualità dell’aria e del controllo in materia di inquinamento atmosferico, finalizzato al progressivo miglioramento.

Quindi per queste conseguenze si pone ulteriormente a rischio la qualità dell’aria e quindi la qualità di vita principalmente per i residenti e/o per le strutture di servizio, ospedale, scuole e altro, in prossimità dell’impianto stesso. Una condizione del tutto insostenibile e incompatibile sia dal punto di vista ambientale, che sanitario che con il vigente Piano Regionale di risanamento atmosferico.

E’ quindi sottinteso che l’indirizzo, la prospettiva ma soprattutto dal punto di vista politico e del governo del Territorio, attualmente in Italia non si privilegia certamente la realizzazione di mega impianti come proposto da Polioli, ma invece le soluzioni di medie e piccole dimensioni al punto di soddisfare le esigenze e l’autosufficienza sia dal punto di vista Territoriale che della specifica autonomia energetica di Aziende Agricole e/o Agroalimentari per l’esclusivo trattamento dei loro “scarti” di produzione e/o di lavorazione.

Realisticamente sul caso in questione, la proposta di Polioli Bioenergy s.r.l. non trova alcuna sostenibilità ambientale, politica e socioeconomica per le sopradette motivazioni. Pertanto dalle Istituzioni competenti si auspica non concedano alcuna autorizzazione alla costruzione dell’impianto proposto con l’assunzione e la formulazione del definitivo parere negativo Auspico che i contenuti della presente siano condivisi anche dal Signor Sindaco di Trino che mi legge e si faccia promotore verso gli altri Sindaci della Provincia di Vercelli affinchè, per le motivazioni riportate nella presente, le Istituzioni preposte non concedano al proponente le autorizzazioni per la costruzione dell’impianto.

Firmato

Giovanni Ravasenga

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