I Cavalieri del Folk alla media Ferrari per cantare la mitica “acqua dal Lüca“

vercelli scuola media ferrari ausano ambrosini (b. 67) Immagine Scuola media Ferrari-Ausano-Ambrosini-22.01.2019-1340.jpg da Renato host RENATO-PC @autore rengre

 

Vercelli – “‘Na sera a’la stasion, bivin l’acqua dal Lüca…”. L’incipit della più famosa canzone dialettale vercellese, “Puvra d’ ris” scritta da Pino De Maria parla dell’acqua del Lucca. Per questa ragione, i Cavalieri del Folk, cioè Giampiero Ausano e Piero Ambrosini, accompagnati dal giornalista Enrico De Maria, sono stati i protagonisti di un simpatico pomeriggio in musica alla scuola media “Ferrari”. Hanno cantato il celebre motivo ai ragazzi di prima, seconda e terza media dell’istituto diretto dalla dirigente scolastica Fulvia Cantone inseriti nel progetto “Bellezze del nostro territorio – I numeri dell’acqua”, che fa parte del Pon, il Programma operativo nazionale del Ministero dell’Istruzione finanziato con i fondi strutturali europei.
Aderendo al progetto, dopo aver esplorato le tappe della via Francigena e i canali irrigui gestiti dall’Ovest Sesia, gli studenti della “Ferrari” hanno preso in esame i fontanili di Vercelli, ed in particolar modo la storica fontana “del Lucca” (in dialetto dàl Lüca), la prima sorgente di acqua potabile della città, fuori dalla rete dei pozzi, realizzata all’inizio del ‘900 su input del senatore Piero Lucca, poi a lungo dimenticata sino al ripristino avvenuto nel 1998 a cura dell’allora presidente dell’Aasm Giorgio Gaietta.
In realtà la fontana di cui parla De Maria in “Puvra d’ ris” sarebbe quella meno monumentale che si trova a ridosso del passa carraio della stazione: ed è quanto ha appunto spiegato a insegnante e studenti il figlio di Pino, Enrico De Maria, invitandoli a passare anche da quella fontanella. Poi Ausano, accompagnato con la fisarmonica (una bellissima Cooperfisa) da Piero Ambrosini ha cantato il brano agli studenti e ai professori che li guidano nel progetto: gli insegnanti di Lettere Stefano Difazio, Sonia Chemello e Barbara Costanzo e il professore di matematica Giovanni Michelone.
Ed infine scandito coi battimani, e sempre con tanto di traduzione, un altro cavallo di battaglia dei Celti,  “Giöbi d’i Capüsin”.

(La foto a corredo del servizio è di Renato Greppi)

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