PAROLA AL CANDIDATO SINDACO / 3 – Gabriele Bagnasco

Dopo dieci anni di silenzio politico, ma non certo di abbandono della politica, continuamente osservata a valutata dall’esterno, Gabriele Bagnasco, sindaco dal 1995 al 2004 e poi consigliere comunale di minoranza per dieci anni, torna, settantenne, in corsa per la poltrona di sindaco, alla guida di una coalizione he comprende il Pd, i Verdi-Sinistra italiana e una propria lista che si chiama molto semplicemente “Gabriele Bagnasco Sindaco”.

Il notissimo medico vercellese ci ospita per questa intervista nella sede elettorale del Pd in corso Libertà, quasi di fronte al quartier generale di Fratelli d’Italia.

Si aspettava questa ricandidatura?

“Assolutamente no, è stata una cosa talmente inaspettata da farmi trovare impreparato. Ci ho riflettuto a lungo, con la mia famiglia, prima di accettare e ho posto una condizione ben precisa, che è stata accolta: che cioè la rincorsa al traguardo di sindaco non fosse una questione mia personale, ma collettiva. Volevo un clima di parrtecipazione e l’ho ottenuto. Così mi sento un po’ più a mio agio: ho attorno a me un gruppo di persone valide e motivate. E dunque con questo sostegno, anche psicologico, che sento forte e concreto, anche se è chiaro che non ho più le energie di vent’anni fa, sento di partire con le giuste motivazioni, e sento che pure esternamente adesso c’è un clima propizio anche per noi. E ringrazio di verso cuore le persone che hanno deciso di entrare in lista appoggiandomi, primo fra tutti Filippo Campisi. Si è ricordato di quando corsi per lui, nel 2009, e ha contraccambiato con vero spirito di amicizia e di servizio”.

 Lei ricopriva attualmente ancora qualche incarico all’interno del Pd?

“Sì, ma non operativo, direi quasi simbolico, anche se autorevole: ero presidente dell’Assemblea provinciale del partito”.

Per la prima volta lei affronta una campagna elettorale così impegnativa senza la sua cara mamma…

“Sì ne sono conscio. Ero molto legato a mia mamma, che ha cresciuto  tre figli, mio fratello Luigi che è scomparso cinque anni fa, mia sorella Patrizia e me essendo rimasta vedova in giovanissima età. Quando mio padre Eugenio è scomparso a 39 anni, io ero piccolino. Mia mamma è stata strardinaria, non er facile, per questo motivo le sono sempre stato così legato”.

Che cosa faceva suo padre?

“Era ufficiale dell’Esercito e pensi ai casi della vita: per un certo periodo i mie genitori abitavano alla caserma Garrone dove era pure ufficiale di alto grado il papà di Roberto Scheda. Mio fratello Luigi, che aveva qualche anno più di me, giocava assieme a Roberto, ed ora eccoci qui a confrontarci su fronti opposti per la carica di sindaco, Tornando alla sua domanda precedente, sì è la prima campagna elettorale senza mia mamma, ma ho la mia famiglia accanto che mi aiuterà tantissimo”.

Qualcuno in famiglia le ha chiesto: “Ma chi te lo fa fare?”

“Certo e non solo in famiglia. Ed io ho risposto a tutti che i valori sono ancora in grado di mobilitare le persone, anche quelle, come me, che hanno accumulato un po’ di stanchezza. E’ per questo che ho preteso dal partito la creazione, attorno a me, di un collettivo coeso. L’ho ottenuta e sono pronto a ripartire”.

Se non ricordo male, lei ventinove anni fa arrivava dall’esperienza con i Verdi e anche in quella prima candidatura, poi risultata vincente, fu una sorpresa…

“In quei mesi stava nascendo l’Ulivo. Due anni prima l’amico Giorgio Gaietta aveva perso una sfida impossibile contro Mietta Baracchi Bavagnoli perché la Lega, allora di Bossi, era straripante in città. Si trattava dunque di ripartire contro un centrodestra fortissimo e dato da tutti per strafavorito. Anche allora il dibattito sul candidato a sindaco fu molto effervescente, alla fine i partiti di sinistra confluirono sul mio nome. Al primo turno, il centrodestra diede una spallata quasi decisiva, ma resistemmo e al ballottaggio vincemmo noi contro ogni pronostico”.

Una vittoria incredibile, ma addirittura niente di paragonabile a quella di quattro anni dopo, quando lei, che non era più il candidato della coalizione – un po’ quello che sta accadendo adesso nel centrodestra con Corsaro – di ballottaggi ne vinse addirittura due, uno interno con Gilberto Valeri, al primo turno, e quindi quello con il candidato del centrodestra, Lorenzo Piccioni…

“Ricordo ancora la gioia e l’incredulità della sera in cui arrivarono i risultati. In corteo andammo da via Foa in piazza del Municipio dove di solito si svolgono i festeggiamenti e dove Piccioni venne, se non ricordo male, a congratularsi. Un tris, adesso, sarebbe fantastico”.

A proposito di sfida elettorale, sa che Corsaro la cita spesso? A proposito della sfida per trasformare radicalmente viale Garibaldi e una parte del centro secondo i piani dell’archistar Kipar, egli ripete spesso: “Anche Bagnasco ha fatto una vera rivoluzione, togliendo le auto da piazza Cavour. Oggi chi potrebbe mai pensare di rivedere il salotto della città invaso dalle auto?”. Ma se dovesse tornare a quel 2003, rifarebbe piazza Cavour con le plance in legno?

“Onestamente no so. Quella scelta ebbe critiche dal punto di vista estetico, e lei ne sa qualcosa. Ma sotto il profilo della funzionalità ha dato indubbi risultati. Certo , con il senno di poi, avremmo dovuto lanciare messaggi molto più forti in merito alla manutenzione delle plance che attualmente sono un vero disastro. Se verrò eletto, varerò un piano di manutenzione delle parti della città che più ne hanno bisogno, ed il primo obbiettivo sarà piazza Cavour. Ma tornando al tema insito nella sua domanda, e cioè se la rivoluzione di piazza Cavour può in qualche modo essere assimilata a quella in corso su viale Garibaldi, le cose da dire sono parecchie”.

Prego…

“Innanzitutto che è, per quanto attiene al viale,un progetto senza senso, se slegato, come sembra che sia, ad un piano assai più ampio che preveda opere di risistemazione di tutto lo storico giro del viali. Qui invece si è fatto esattamente il contrario investendo i fondi del Pnrr su un progetto del Pinqua completamente a sé stante e trascurando tutto il resto. Non c’è una visione, non c’è una strategia. Anche noi, se verremmo eletti, cercheremo di dare vita a nuovi, grandi e meno grandi, polmoni verdi in città. Io, ad esempio, ho un vecchio sogno che riguarda il Parco del Lungosesia. Questo sarà il nostro ‘polmone verde’ principale. Ma ne cercheremo altri, inserendoli in una programmazione ben definita che guardi ad un disegno complessivo: qui invece si potenziano alberi, essenze arboree su un unico viale, senza uno studio preventivo su parcheggi, flussi di traffico, etc. Si è fatta la stessa cosa demolendo, secondo noi del tutto incomprensibilmente, il cavalcaferrovia di corso Avogadro di Quaregna, che aveva probabilmente l’asfalto da rifare, ma non certo i piloni da abbattere. Tra non molto occorrerà mettere mano al vecchio cavalcaferrovia Tournon e per la prossima amministrazione saranno problemi non di poco conto. Ho letto che i lavori preliminari sono già stati programmati, e a breve.  Per fortuna in qualche modo il nuovo sottopasso di viale Torricelli consentirà agli amministratori di limitare in qualche modo i disagi. Ma prima di procedere, occorrerà analizzare tutto il problema soprattutto viario nei dettagli, ed è ciò che, se eletti, faremo, studiando soluzioni per non mandare in tilt la città, ad esempio, anche quella di raddoppiare, se possibile, il sottopasso del’Isola. Non so dire se tecnicamente, si potrà fare o meno, ma non escluderemo alcuna soluzione, partendo ovviamente da quella di accertare lo stato del vecchio cavalcavia”.

L’amministrazione che subentrerà all’attuale si troverà a gestire numerosi cantieri non solo impostati, ma già pienamente attivi…

“Abbiamo dato incarico ad un gruppo di esperti di esaminare attentamente il bilancio di previsione, per vedere se la nuova amministrazione potrà avere dei margini di manovra sui progetti futuri, al di là di quelli già corso. Secondo me, difficilmente riusciremo a proporre e soprattutto a finanziare qualcosa di rilevante, ma ci proveremo”.

Lei sa che sicuramente, durante questa campagna elettorale, le rinfacceranno la perdita della Sambonet?

“Spero proprio di no, Pensavo di aver chiarito tutto allora. Ma per chi non avesse memoria, vorrei ricordare che cosa accadde, dicendo  innanzitutto che la Sambonet, ora ad Orfengo, fu salvata dalla nostra amministrazione con la collaborazione della Provincia di Vercelli, allora presieduta da Valeri, dell’Unione industriale e dei sindacati. Dopo essere stata ceduta a Resca dalla famiglia Sambonet, l’azienda ebbe altri passaggi di proprietà concentrati in poco tempo finché non finì ad un professore universitario parigino che pensava di avere il bernoccolo degli affari, e invece non ce l’aveva proprio. Quando ormai era prossimo a chiedere il fallimento, ci mobilitammo per evitarlo, e il compianto Tino Mortara, allora all’Unione industriali, trovò la soluzione, facendo arrivare i fratelli Coppo. Poi, la risanata Sambonet chiese di ampliarsi possibilmente accanto al casello autostradale Vercelli Est, essendo proiettata verso Milano. Noi potevamo offrire i terreni dell’Asl convenzionati di Vercelli Ovest. Poteva anche andare bene ai Coppo. Ma Orfengo offrì i terreni di risaia a metà del nostro prezzo, e dovemmo arrenderci, aver esplorato tutte le strade per mantenere l’azienda a Vercelli. Tra l’altro Sambonet, oggi a Orfengo, è una magnifica realtà imprenditoriale, ma se non fosse stato per noi oggi non ci sarebbe più. Questo in tanti sembrano dimenticarlo, come dimenticano le altre aziende sparite quelle sì da ogni orizzonte con la perdita di centinaia di posti di lavoro, dalla Tmi al caso più recente della Cerutti. Si punta il dito su Sambonet che, invece, per fortna di tutti, soprattutto dei dipendenti, è ancora viva e vegeta”.

Un’ultima domanda: annuncerà in anticipo la squadra di giunta da schierare in caso di vittoria?

“No, lo fece Gaietta e non portò bene (sorride, ndr). Tra l’altro in quella squadra c’era anche un cara persona come Mauro Giudice, che ci ha lasciati da poco. Così come, adesso, abbiamo dovuto dire addio a Guido Nobilucci, ed è stato un dolore immenso. Non c’era giorno che non ci sentissimo, che non di vedessimo. Combatterò questa nuova battaglia anche per onorare la sua memoria”.

Edm

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1 commento

  1. Nella lunga intervista
    Bagnasco ammette di non essersi aspettato
    la candidatura,
    a ben vedere anche il Pd non se l’aspettava
    di conferirgli con gran “convinzione” l’incarico …
    sino all’ultimo momento (dopo vari tentativi
    con altri candidati)!
    Sulle prime, non voleva accettare ..
    ma poi hanno insistito
    e gli hanno anche dato un supporto psicologico
    (ma non dall’Asl) .. da parte dei parenti,
    compagni (o amici?)
    .. quella della ritrosia ad accettare
    l’abbiamo già sentita .. !!???
    si vede che i candidati d’oggi
    si sentono talmente legati al popolo
    che non sanno dir di no
    ma .. pretendono l’acclamazione!
    E c’è stata (come nell’altro caso).
    Sta di fatto che “il Gabriele” è uno dei favoriti assoluti
    uno dei 4 moschettieri che scenderanno in pedana
    con possibilità concrete di accedere
    almeno al probabile ballottaggio.
    Esordisce segnalandoci che, pure lui,
    ha l’appoggio di un avvocato .. “di area”..
    ben conosciuto e stimato,
    ..
    Si viene ad argomenti concreti
    .. inopinatamente lo stesso Bagnasco
    paventa dubbi sulle famose plance di Piazza Cavour
    (uno dei suoi “fiori all’occhiello” di quand’era sindaco)
    .. ma poi dice già che il viale Garibaldi non va bene ..
    ” un progetto senza senso,
    se slegato,
    come sembra che sia”,
    (praticamente contraddice da solo .. ma, tant’è ..
    la sinistra dice sempre cose intelligenti, per assunto)
    .. e perchè è uno solo (a parte il “nuovo” dell’ex cavalcaferrovia)
    non si son progettati tutti gli altri viali .. col PNRR
    … tutt isi son stupiti che Corsaro ha ottenuyto
    quei woldi per un viale .. e lui ne avrebbe fatti 5?
    e promette . .di ripararle
    Si sa, la sinistra è sempre La Migliore .. fa Miracoli
    Parla del parco lungosesia,
    e qui tutti potremmo condividere l’idea (non nuova)
    tutto sta a vedere se ci saranno i soldi .. e come farlo
    Certametne nessuno ha da presentare progetti ..
    Solo parole .. meglio di niente .. gli altri “parchi” ..
    non si sa proprio dove immaginarli
    (forse sarà il terso troncone del — sottopasso dellìIsola)
    Poi, al quesito .. un po’ sibillino sulla Sambonet
    .. si scusa dandosi torto.
    Con tutto ciò Bagnasco rimane, fra i tanti candidati,
    uno fra i meno dannosi per Vercelli e ll psiche dei vercellesi.
    Se dovesse andare al ballottaggio
    e . .costituire un “campo largo” .. forse ..
    Da “verde” d’altri tempi qual’è .. speriamo non s’ispiri,
    durante la campagna elettorale,
    per la mancanza di Maestri, al Sala di Crozza ..
    ..
    Crozza Sala “Povera Milano e povero Giovanni Storti,
    che non fa più ridere coi suoi sketch”
    https://www.youtube.com/watch?v=czRaIUUR0iU

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