Ecco l’impianto di compostaggio per biogas EnerVer. Nuovo tentativo per l’area ex Polioli

Da sinistra Agnese Bertello, di Ascolto Attivo, Federico Frascari, responsabile tecnico del progetto EnerVer e Giacomo Bombardieri, ad di Polioli Bioenergy

Economia circolare, massima trasparenza, accompagnamento e dialogo con il territorio tramite diversi appuntamenti e incontri aperti a tutti; riconversione di un’area industriale chimica esistente in un impianto tecnologicamente avanzato e tra i migliori in Europa nel suo settore, che faccia del riciclo del Forsu (la frazione organica dei rifiuti domestici) una risorsa.

 

Sono i pilastri su cui si basa il progetto EnerVer per la realizzazione di un impianto per la produzione di biometano, compost e altri scarti tra cui CO2 per uso industriale, a partire dal conferimento dei rifiuti organici. Impianto previsto nell’area dell’ex stabilimento Polioli di Vercelli. Progetto che è stato (ri)presentato oggi, nella sede rinnovata di Confindustria Vercelli, per essere poi spiegato nei dettagli ai cittadini e agli enti politici e amministrativi, nei prossimi giorni e settimane con eventi specifici, tra cui vi sarà anche la necessaria presentazione di richiesta autorizzativa alla Provincia che porterà a una conferenza dei servizi.

Ripresentato perché si tratta, in sostanza, dello stesso progetto di Polioli Bioenergy che già all’inizio del 2019 fu criticato dagli enti vercellesi, e poi ritirato prima di una sua bocciatura, dopo diverse polemiche (leggi qui), ma che oggi ritenta la strada verso l’autorizzazione puntando su di un approccio diverso, basato sulla diffusione dell’informazione e sulla condivisione del progetto, per vincere la resistenza del territorio.

 

Lo ha spiegato, entrando nei minimi dettagli, l’amministratore delegato di Polioli Bioenergy, Giacomo Bombardieri, che all’incontro di oggi era affiancato da Federico Frascari, responsabile tecnico del progetto EnerVer (il nome dell’impianto) e da Agnese Bertello, di Ascolto Attivo, società che si occupa appunto progettazione partecipata, ascolto e coinvolgimento delle comunità dove sorgono impianti simili, la quale gestirà incontri ed eventi per diffondere le informazioni sul progetto.

 

Il concetto su cui basa l’idea di realizzazione dell’impianto EnerVer, come ha spiegato Bombardieri, è semplice: “si parte dalla trasformazione di un sito che già ospita un impianto produttivo impattante (come quello chimico ex Polioli) per realizzare una struttura che non solo non consuma nuovo terreno o spazio verde, ma recupera una zona che non avrebbe futuro realizzando un impianto che sarà importantissimo per risolvere il problema della gestione dei rifiuti, quelli organici, di questa provincia e del Piemonte. Creando anche ricchezza circolare, nel senso di produzione di biogas, compost utile per la coltivazione e anche CO2 che utilizzano le aziende per le loro produzioni, ma che oggi prelevano da giacimenti fossili. Per quest’utima peculiarità sarà il primo impianto europeo CARBON NEGATIVE: dove l’anidride carbonica separata dal biometano potrà essere veicolata al vicino polo chimico in sostituzione della C02 fossile”.

“Il tutto per un impianto – prosegue l’ad – che utilizzerà le tecnologie più avanzate, con digestori – ossia i luoghi dove i rifiuti vengono “digeriti” da speciali agenti batterici per la trasformazione e riduzione, ndr. – totalmente sigillati che convoglieranno tutti gli odori in un unico camino con speciali filtri che non produrrà odori, e con processi di gestione dell’intero ciclo che porranno questa struttura come tra le migliori, se non la migliore, in Europa. Una eccellenza mondiale. Un impianto, insomma, che realizza in modo pratico il concetto di economia circolare, di produzione di energia dagli scarti, di riconversione dei siti industriali e che, non ultimo, darà anche una mano all’occupazione perché già ora prevede l’impiego di una quarantina di addetti tra operatori dei vari settori e indotto locale. Una cifra che in futuro però potrebbe anche aumentare”.

 

La novità sta proprio nella partecipazione allargata anche alla popolazione con diversi eventi nei quali verranno raccolte, dal gruppo privato che vuole realizzare l’impianto (e questa è un’altra novità, perché di solito sono solo i gruppi partecipati pubblici che si impegnano in questi percorsi di condivisione) già partire da dicembre. Infatti, il 16 dicembre dalle 18 alle 20, si svolgerà il primo incontro a Vercelli.

 

Nel frattempo, già nei prossimi gironi verrà depositata la domanda di autorizzazione in Provincia, e poi partiranno gli incontri con i vari rappresentanti amministrativi del territorio sempre per spiegare il progetto.

 

Per capire meglio che cosa vorrà essere EnerVer ecco alcuni dati diffusi oggi:

 

L’impianto sorgerà nel sito industriale ex Polioli di Vercelli. Permetterà di recuperare circa 105mila tonnellate l’anno di rifiuti organici di cui 70.000 tonnellate/anno di FORSU, 20.000 tonnellate/anno di scarti agroalimentari non pericolosi, 15.000 tonnellate/ annue di verde organico, trasformandoli in biometano, in fertilizzante di alta qualità (compost) e CO2 per uso industriale. L’impianto potrà produrre 7,4milioni di metri cubi di biometano che, per capire, sono pari a 5 milioni di litri di benzina e possono soddisfare il consumo annuo di 15mila autovetture.

 

Il sito riceverà i rifiuti organici della provincia di Vercelli, ovviamente, ma la sua capacità sarà tale da poter soddisfare la necessità di riciclo di tali rifiuti di tutto il Piemonte, e accordi per il conferimento in tal senso sono già in essere con Iren.

 

Il biometano prodotto verrà immesso nella rete SNAM e utilizzato per l’autotrazione; il compost sarà invece impiegato in agricoltura come fertilizzante naturale.

 

Dalle 70.000 tonnellate di rifiuti organici e 20.000 tonnellate di verde trattati in impianto si potranno ricavare, oltre al gas come detto, anche circa  18.000 tonnellate/anno di compost di qualità.

 

L’apporto di rifiuti organici sarà garantito dal transito di circa 15/20 autotreni al giorno che entreranno nell’impianto direttamente accedendo dallo snodo autostradale e verranno accolti in un ambiente sigillato tramite camere di compensazione evitare la fuoriuscita di odori. I Camion scaricheranno in tre buche per velocizzare al massimo il processo di conferimento e verranno lavati e sanificati prima di uscire, per limitare al massimo anche in questo caso gli odori (ad esempio dei trasporti dello scarto di lavorazioni di cari animali). Dalle buche il materiale arriverà a 5 “digestori” dove avverrà il porcesso di trasformazione senza ossigeno. Per i presentatori del progetto si tratta di un apporto di passaggi “minimo rispetto al quello che già oggi avviene per il polo logistico, ad esempio con Amazon, e che non tocca il centro abitato”.

 

La presenza di odori, sempre nel progetto, dovrebbe essere abbattuta dai distemi di depurazione e di captazione dell’aria con torri di lavaggio e biofiltri, porte ad impacchettamento a ogni varco, edifici di trattamento dei rifiuti in totale isolamento atmosferico, ma soprattutto da un processo di trattamento anaerobico del rifiuto (detto tecnologia wet) che avviene in ambienti del tutto chiusi e senza ossigeno (grazie agli speciali batteri di cui dicevamo sopra). Un processo più moderno ed efficiente che riduce il residuo solido fino al 20% di quanto introdotto, quando invece altri siti meno tecnologicamente avanzati e con processi a cielo aperto o semichiuso, producono dall’80 al 60% di residuo solido. “Queste strutture e tecnologie le abbiamo scelte per l’abbattimento delle emissioni odorigene e per tutelare l’ambiente – dicono i presentatori del progetto -. La tecnologia Enerver, infine, non prevede né combustione né incenerimento del rifiuto”.

Il progetto, infine, prevede l’utilizzo di circa 60milametri quadri di strutture esistenti (sito ex Polioli), palazzine uffici, laboratori di sviluppo, mentre il resto dell’area verrà realizzato ex novo e avrà anche dei percorsi di visita sempre aperti ai cittadini o alle scuole per spiegare i processi di trasformazione.

 

I tempi di realizzazione dell’impianto previsti sono di circa un anno dalla data dell’autorizzazione, per cui se questa dovesse arrivare all’inizio del 2020, ‘impianto sarebbe pronto a operare all’inizio del 2021.

 

Immagine tratta dal sito EnerVer

 

Per i proponitori, insomma, si tratterà di un intervento che rispetta diversi concetti moderni di economia circolare, di adeguatezza dell’impianto alle necessità “senza esagerare nelle strutture”, di sicurezza e di limitazione massima dell’impatto, soprattutto per gli odori. Con l’aggiunta del percorso di condivisione per “informare in maniera chiara e completa in merito al progetto; confrontarsi in maniera aperta e trasparente con il territorio, analizzando ragioni, caratteristiche, impatti e ricadute del progetto stesso; ascoltare le sollecitazioni che arrivano dagli abitanti, rispondendo in maniera concreta ai loro interrogativi”.

 

“Come Polioli Bioenergy vogliamo dare il nostro contributo per una graduale trasformazione dell’industria italiana in attività virtuose che, partendo da sottoprodotti oggi comunemente identificati come rifiuti, producono energie alternative alle fonti idrocarburiche altamente inquinanti. Il progetto Enerver è un vero e proprio progetto di economia circolare: grazie a tecnologie green e per nulla invasive, come quella della digestione anaerobica, sarà possibile l’umido organico in risorsa, senza danni per l’ambiente e per il territorio” ha detto ancora l’ad Polioli Giacomo Bombardieri. “Con il nostro progetto – ha aggiunto – andremo a efficientare il sistema dei rifiuti in Piemonte, aiutando a consolidare le attività presenti nella zona industriale di Vercelli e tracciando una via alternativa alla tipica attività industriale e nella quale investire e con la quale tornare a crescere. Vogliamo farlo, però, insieme alla comunità e al territorio. Per questo motivo abbiamo deciso oggi di inaugurare un percorso di dialogo che partisse con una prima conferenza stampa di presentazione del progetto e successivamente con un primo incontro pubblico. Polioli Bioenergy, come new company, ha messo a sistema le competenze di quattro società italiane per garantire servizi di qualità, per il territorio e l’intera comunità.”

 

 

Ora la discussione passa al confronto con i cittadini e alle istituzioni che, va ricordato, non hanno usato toni concilianti quando non più di sei mesi fa il progetto, che era di fatto lo stesso, fu ritirato.

Basterà il percorso di condivisione a far cambiare il giudizio? Si vedrà.

 

Intanto tute le informazioni su Enerver è possibile consultare anche il sito internet www.enerver.it

 

 

Luca Avenati

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