Lettera da un cattolico praticante: “Le Sante Messe in presenza vanno sospese”

Sono un cattolico praticante, non di quelli, per intenderci,  che hanno “scoperto” negli ultimi anni Crocifissi e Presepi solo per brandirli come clave in guerre che più di religione mi sembrano soprattutto politiche, alla ricerca febbrile di voti.

Ho poco più di sessant’anni, e fin da bambino vado a Messa e pratico i Sacramenti. Ho quindi patito, ed in modo pesante, il divieto di poter frequentare le chiese quando è scattato il primo lockdown nazionale. L’ho patito, ma l’ho compreso perfettamente anche perché la prima bufera Covid non ha risparmiato la mia famiglia.

E adesso che in Piemonte c’è, di fatto, una seconda clausura, anche se viene definita più soft della precedente, mi domando che cosa aspetti la Cei a intervenire per ribloccare le Sante Messe in presenza. Parliamoci chiaro: io ho superato i sessant’anni, ma quando vado in chiesa vedo solo persone assai più anziane di me, proprio quelle fragili che, certo, non devono essere imprigionate in casa per decreto, ma che dovrebbero spontaneamente rimanere nelle loro abitazioni il più possibile. Ebbene, molti di questi anziani rispettano le norme e, qualora non possano affidarsi ad altri (figli, nipoti, parenti, vicini di casa), escono il memo possibile, soprattutto per fare la spesa o per andare dal medico o in farmacia. 

Ma una larga parte di queste persone esce anche per andare a Messa: il sabato prefestivo e la domenica. Esce a proprio rischio e pericolo. Mi domando che cosa aspetti la Cei piemontese ad intervenire: la politica stenta a farlo per un bieco discorso di voti. E allora trovi la Chiesa il coraggio di pronunciarsi: a che cosa serve contingentare le presenze ai funerali, se poi continuo a consentire la Messa in presenza? Le chiese sono ormai diventate l’unico luogo nelle regioni come la nostra definite “zone rosse” in cui diverse persone sono autorizzate a riunirsi al chiuso. Vogliamo capire che il Virus continua a circolare? E

Ed infime, qualora nessuno dovesse adottare un provvedimento di buonsenso, vorrei ricordare che, andando avanti nella stagione, si dovrà accendere il riscaldamento in chiesa con i “soffioni” che potrebbero trasformarsi in pericolosi diffusori del Virus. Già adesso, in questa prospettiva, c’è chi sta già decidendo di non riscaldare le chiese: con nuovi e gravi rischi per la salute soprattutto per la gente più fragile.

Dunque, cara Cei, batti un colpo, te lo chiede un cattolico praticante che già da diversi giorni segue la Santa Messa in tivù.

LETTERA FIRMATA

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1 commento

  1. Essere cattolici praticanti forse da titolo a rappresentare lo stato d’animo di molti (tutti?) degli altri cattolici praticanti. Sul problema sanitario dovrebbero intervenire numerosi “scienziati”, e lo fanno .. in maniera totalmente discorde; quelli della tv sono invece piuttosto concordi nell’intento di ammaestrarci .. terrorizzandoci, ben spalleggiati dai media prevalenti, quindi anche la grande maggioranza del popolo “informato”, temendo la Morte, non tanto quella Non in Grazia di Dio, ma semplicemente il trapasso in “prima persona”, si, tale settore della popolazione, si fa paladina e protettrice degli “altri” e dei più deboli. Forse alla Cei non tutti guardano soltanto la tv 16h./giorno e non tutti sono convinti della bontà dell’azione “rivoluzionaria” del proprio Kapo, mondialista e vaccinista (anche sui vaccini gli scienziati sono divisi 50 a 50%) ..

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