La favola di Giulia è realtà: ecco il Ciaikovskij suonato da una principessa

Giulia e Guido Rimonda protagonisti della serata di domani al Civico

 

Vercelli – Di solito le presentazioni dei grandi eventi musicali, per uno che scrive (anche) di musica da 45 anni, dopo essere stato, da ragazzino, un discreto chitarrista classico – ma poi arrivarono quelli sì davvero bravi e riposi lo strumento nella custodia – sono agevoli, specie nella città del professor Robbone e, in tempi più recenti, della Camerata Ducale: arriva il grande artista, la grande orchestra e tu non devi fare altro che annunciare l’evento con i toni acconci.

Ma stavolta sono in difficoltà. Perché si tratta di presentare una giovane violinista, che ho seguito praticamente da bambina, di cui sono amico, che giocava con il mio gatto Uly e a cui, a Natale, regalavamo (mia moglie ed io) libri di fantasy.

Oggi, questa ex bambina, Giulia Rimonda, ora adolescente proustiana che io cerro di  immaginare come l’Albertine descritta dal Narratore della Recherche, quando per la prima volta la vide mischiata – ma subito emergente – ad altre “fanciulle in fiore”, si presenta al Civico di Vercelli suonando nientemeno che da solista, il Concerto per violino e orchestra di Ciaikovskij, una delle musiche più celebri del mondo, eseguite da draghi  che si chiamano – solo per citarne alcuni – Heifetz, Milstein, Kremer, Shaham, Oistrakh, Menuhin, Accardo. 

Un Concerto che terrorizzò, per le trappole tecniche di cui è disseminato, lo stesso violinista cui era dedicato, Leopold Auer e che, difatti, venne eseguito per la prima volta da un altro violinista, più giovane, assai bravo e forse più avventuroso: Adolf  Brodskij. Un Concerto che, invano, un critico illustre – oggi ricordato soprattutto per questo infortunio epocale – cercò di distruggere anche in modo volgare definendolo “musica puzzolente”. Oggi di questo critico, che si chiamava Eduard Hanslick, che pure era tutt’altro che uno sprovveduto, ci si ricorda soprattutto per il livore verso Wagner e per l’invettiva contro il Concerto ascoltato a Vienna nel dicembre del 1881, mentre la partitura di Ciaikovskij – specie il primo movimento, l’Allegro moderato-Moderato assai – è talmente celebre nel mondo che forse rivaleggia, per fama, con l’Adagio di Aranjuez e con il Bolero di Ravel.

Sapere che Giulia Rimonda suonerà questo monumento della musica di tutti i tempi diretta dal padre, Guido, con la Camerata Ducale ci riporta ad un altro momento, stavolta non letterario, ma cinematografico riferito a questa celeberrima pagina di Ciaikovskij. Perché Giulia Rimonda, dal nobile portamento che ricorda  la “signora Grahaman” di un famoso quadro di Thomas Gainsbourough, non può non ricordare anche, a livello di settima arte, la violinista Anne-Marie Jacquet, dell’opera cinematografica  “Il Concerto” (interpretata dalla bellissima Mélanie Laurent), visto che il Concerto cui si riferisce il notevole film del 2009 diretto dal regista metà romeno metà francese Radu Mihaileanu è proprio quello di Ciaikovskij.

Domani sera, Giulia Rimonda, sedicenne, leader della Camerata Ducale Jr e plurivincitrice di consorzi nazionali, imbraccerà il suo violino “Dario Vernè” del 1983 soprannominato “Al tuo cammino” (un’intitolazione che è anche un augurio affettuoso) per regalare al pubblico vercellese, che vide esibirsi in calzoncini corti Accardo e Barenboim al Concorso Viotti, qualcosa di mai sentito a queste latitudini, qualcosa di cui parlerà il mondo della musica, e non solo della musica.

E a completare la serata tutta dedicata a Ciaikovskij, nella seconda parte, ecco la Ducale del padre di Giulia a proporre un’altra musica celeberrima che grosso modo, anche se occasionalmente, per almeno una volta nella vita avranno ascoltato almeno due-tre miliardi di abitanti del globo: la “Suite” dal balletto “Lo Schiaccianoci”.

Non sarà “solo” un concerto, ma una favola da gustare cn la stessa emozione di quando ci raccontarono per la prima volta Cenerentola e la Bella Addormentata. Inizio alle 21. Sarà bello poi dire: “Io c’ero”.

Edm

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