Vercelli – Una dignitosissima rappresentazione del Barbiere di Siviglia di Rossini ha chiuso la breve, ma succosa stagione lirica vercellese inscenata in due tappe al Civico a cura dell’Associazione “Ritorno all’Opera” e del Comune: domenica 12 novembre era toccato alla Traviata, oggi, appunto al capolavoro rossiniano.
Rappresentata un po’ in economia (l’orchestra, con organico misurato, non era in buca), l’opera ha potuto giovarsi di un eccellente cast vocale, di una regia intelligente e scoppiettante (ad un certo punto don Bartolo ha citato la Callas) e di un’orchestra – ben diretta da Valter Borin – innervata da eccellenti docenti concertisti della Scuola Musicale Vallotti.
E pure dalla “Vallotti”, per l’esattezza dal corso di perfezionamento “Interpretazione dello spartito operistico” di Fulvio Bottega, arrivava il tenore Kim Hyuksoo, che ha interpretato il ruolo del Colte di Almaviva: un esordio assoluto superato bene dal giovane cantante orientale.
Vera forza della rappresentazione sono stati, oltre all’eccellente Rosina del mezzosoprano piacentino Stefania Ferrari, i collaudati Lorenzo Battagion (Figaro), orgoglio della provincia di Vercelli: è di Buronzo, e Claudio Ottino (don Bartolo), notevoli trascinatori. Subisso di applausi, inoltre per Andrea Patucelli (già ammirato la stagione scorsa in Tosca), un Basilio perfetto nella celeberrima aria della calunnia, che è un venticello.
Grande curiosità per la vercellese Serena Rubini, alla prese con il personaggio secondario, ma non per questo trascurabile, di Berta, la governante di casa Bartolo, che, nell’opera, ha però un’aria tutta per sé: “Il vecchiotto cerca moglie, vuol marito la ragazza…”. Serena Rubini, applauditissima, è stata pienamente all’altezza del compito.
Applausi anche per il Coro Lirico Viotti (diretto da Stefania Bellini) e per la Corale Sant’Abbondio di Buronzo, diretta dallo stesso Battagion.
Noi abbiamo trovato davvero notevole la direzione dell’orchestra di Borin (e l’orchestra stessa), strepitosa la regia di Alessandro Bertolotti e abbiamo provato vera ammirazione per Battagion e Ottino. Insomma, a poco a poco questa stagione lirica sta crescendo. Certo, i tempi dei Di Stefano, delle Tebaldi, dei Cappuccilli, dei Nucci, cioè di quanto riusciva a organizzare qui il professor Robbone, non potranno più ritornare (come gli scudetti della Pro), ma Vercelli sta rimettendo in piedi stagioni decorose e, di questi tempi, scusate che è poco.
edm