Vercelli – Stampato cinque anni fa, andato esaurito, e ora ristampato in concomitanza con il grande evento gaudenziano tripolare (a Vercelli, Varallo e Novara), il libro di Norberto Julini “Il romanzo di Gaudenzio” (una vera, grande sorpresa per tutti coloro che amano la letteratura e l’arte, ma in genere la lettura) è stato ripresentato mercoledì sera, nella cornice ideale di San Cristoforo, scrigno degli straordinari affreschi di Gaudenzio Ferrari. Tutto ciò grazie al parroco don Sergio Salvini (appassionato intenditore di arte e di musica) e al Comune di Vercelli, rappresentato dal sindaco Maura Forte e dall’assessore Daniela Mortara.
A parlare del libro, presente l’autore, il professor Angelo Fragonara, che ha tenuto una dottissima relazione sia sull’opera sia, in generale, sul grande pittore del Cinquecento. Fragonara ha passato in rassegna sia le opere in San Cristoforo, soffermandosi in particolare sulla Madonna degli Aranci e sull’affresco dell’Ascensione della Vergine, sia in altre località, ad esempio, nella cupola della Cattedrale di Saronno dove Gaudenzio Ferrari è riuscito a riprodurre bel 56 strumenti musicali, molti dei quali esistenti, ma taluni assolutamente inventati.
A proposito del rapporto, in Gaudenzio Ferrari, tra arte e musica, Fragonara ha parlato del famoso vìolino imbracciato dal putto nella Vergine degli Aranci, dicendo che si tratta probabilmente di una delle prime, se non la prima in assoluto, rappresentazione pittorica del violino: com’è noto, sta svolgendo importanti ricerche proprio a questo proposito il violinista e fondatore della Camerata Ducale Guido Rimonda.
Bello l’omaggio di Fragonara a due vercellesi illustri, uno dei quali scomparso, che al ciclo degli affreschi gaudenziani hanno dedicato pagine importanti: Mario Guilla e Pino Bo.
Al termine della relazione scroscianti applausi e il “grazie” di Julini.