Benvenuti nella casa degli scarafaggi

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Vercelli – Benvenuti nella casa delle blatte. Il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, Michelangelo Catricalà, che da anni si batte per migliorare la vita dei vercellesi che abitano nelle case popolari, oggi ha dato appuntamento ai giornalisti in via Prati 5, per far loro toccare con mano la situazione a dir poco drammatica di una giovane mamma, che abita (con 4 figli!) in una alloggio al secondo piano del grande complesso comunale: 58 metri quadri perennemente invasi da blatte e scarafaggi.

I garage con i tetti in Eternit bucati e pieni di guano

Mentre saliamo le scale per raggiungere l’alloggio di Pina Barone, altri abitanti del grande complesso popolare ci fanno fotografare un tratto di pavimentazione del cortile che presenta grandi fessure: lì, in pochi secondi, scorgiamo alcuni topi che si nascondono in fretta. Salendo per le scale, scorgiamo da una finestra, sempre in cortile, i garage: sono ricoperti da tetti in eternit quasi interamente sporcati dal guano dei piccioni e in buona parte bucati. 

Lo scantinato con le bombole

Pina Barone (trentenne, nella foto) ci accoglie con grande cortesia e dignità: i suoi quattro bimbi (un maschio e tre femmine, dai 3 agli 11 anni), fanno a gara per preparare il caffè agli ospiti. Spiega di essere epilettica e di cercare invano, da anni, un’occupazione. “La risposta – spiega – è sempre la stessa, sia che chieda di fare le pulizie oppure la commessa in un supermercato: ma se viene colta da una crisi epilettica mentre è al lavoro, che cosa succede? E così devo vivere con i 600 euro che mi passa il mio ex marito per i primi due figli, mentre il mio attuale compagno, che tra l’altro non può vivere con me, deve pensare anche alla mamma”.

L’alloggio murato

Pina indica le blatte annidate dietro ai fornelli e spiega che, di sera, è una vera invasione: “Non puoi lasciare un panino fuori qualche minuto – racconta – che lo invadono. Ogni mese e mezzo, grazie ai prezzi di favore che mi fa un amico spendo dai 60 ai 70 euro per disinfestare almeno la cucina. Non è un problema solo mio, ma di tutto l’edificio”.

L’edificio, appunto, è comunale e gestito dall’Artc. Domanda: perché non si provvede almeno a liberarlo da blatte e scarafaggi? Ma torniamo alla vicenda di Piera: ha più volte fatto domanda per avere un nuovo alloggio, ma, pur essendo ammalata (ha il 47 per cento di invalidità) non ha il punteggio sufficiente affincheé le venga assegnato. “E dire – spiega – che ho anche due bambine ammalate: una sta accusando i primi sintomi di epilessia, l’altra ha la sindrome di Chiari (una malformazione del cervelletto) con un inizio di autismo”. Ma perché non segnala le patologie delle bambine, per poter avere più ponti nella graduatoria per l’assegnazione di un nuovo alloggio?

“Perché – risponde – pur avendo ricoverato la mia bambina con le due patologie al Gaslini, il Comune pretende la certificazione pediatrica delle malattie delle mie figlie, ed io non posso permettermele. Sono una delle ‘morose’ documentate dall’Atc (“Morosa incolpevole”, sottolinea Catricalà, non si perde una parola del colloquio, pur conoscendo già benissimo il caso) e ho sottoscritto un piano di rientro di 50 euro al mese. Ma io, con 600 euro devo pagare l’affitto, pensare ai figli, pagare ogni due mesi le bollette di Atena, quasi sempre dai 250 ai 300 euro (tra l’altro ci viene fatto notare che in alcuni alloggi ci sono ancora i termosifoni in azione, e oggi ci sono 27gradi!): come faccio a trovare i soldi per le certificazioni mediche? Ad aprile non sono riuscita a pagare il pur non esorbitante ticket per la mensa scolastica, e non lo faccio certo perché sono una ‘furbetta’. Non ho proprio i soldi per provvedere”.

Pina Barone esterna la sua non facile situazione, ma, altruista, parla anche di altri inquilini alle prese con gravi problemi. La vicina di casa, una domma rumena pure con quattro figli, e anche con il marito, vive in un alloggio più piccolo del suo. Siamo andati a visitarlo: il cittadino rumeno che lo abita ha fatto, all’interno, lavori ammirevoli, ma, obiettivamente, sei persone non possono vivere in meno di 50 metri quadri. Mentre salutiamo Pina Barone e il cittadino originario della Romania, un altro inquilino ci indica, dalla finestra, i tetti del garage in eternit che avevano già visto. Ci spiega che è il proprietario di un garage, in cui piove dentro, ma che nessuno interviene.

Una donna ci porta in cantina e ci fa fotografare le masserie accumulate in uno scantinato: c’è di tutto, anche (e di qui la preoccupazione degli inquilini) due bombole di gas. Al pianterreno scorgiamo uno degli alloggi vuoti e murati dal Comune; sono quelle assurdità denunciate da tempo dal consigliere pentastellato: anziché recuperare gli alloggi vuoti e metterli a disposizione, il Comune li mura per scongiurare le occupazioni abusive.

Tutto ciò nella casa delle blatte, anno di grazia 2018 dopo Cristo a Vercelli.

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