Abusi sessuali su minorenni della comunità, fermato un somalo 36enne

Sfruttava il suo ruolo di dipendente di alcune strutture specializzate nell’assistenza dei minori, per costringere alcune ragazzine, ospiti, a subire atti sessuali. E, quando ha capito di essere indagato, ha cercato di fuggire in Francia, per far perdere le proprie tracce.

 

La Polizia Di Stato di Vercelli lo ha fermato mentre era a Torino, su bus diretto a Parigi. L’uomo, di origini somale, 36 anni, al quale era stato concesso lo status di rifugiato politico nel 2008, è accusato di violenza sessuale aggravata nei confronti di due ragazze minori, di anni 17 e di anni 11 ed è in stato di fermo in carcere a Vercelli.

 

Era stata una ragazzina di 17 anni a  confidare in lacrime le violenze subite al numero di emergenza minori “114”.

 

La telefonata era stata poi bruscamente interrotta. Per questo le operatrici avevano segnalato l’episodio alla polizia che prima ha soccorso la giovane e poi attivato il protocollo di protezione per lei e la sorella gemella (ospite della stessa struttura e testimone dei fatti) trasferendo le due ragazze in un luogo protetto.

 

I successivi accertamenti hanno permesso di individuare un’altra vittima di abusi sessuali (di soli undici anni) e di focalizzare l’attenzione sul presunto responsabile.
Si trattava appunto di un uomo nato in Somalia nel 1983 al quale era stato concesso lo status di rifugiato politico nel 2008. Quest’ultimo, regolarmente assunto in più strutture specializzate proprio nell’assistenza di minori in difficoltà, approfittando della propria posizione e di particolari occasioni in cui le vittime apparivano ancor più fragili ed indifese, aveva costretto le ragazze a subire atti sessuali.

Grazie anche all’aiuto di personale specializzato in psicologia infantile, le minori sono riuscite a raccontare dettagliatamente quanto successo.

Ulteriori indagini sono in corso perchè non si esclude la possibilità che le vittime possano essere più numerose.

Il 15 marzo gli investigatori della Squadra Mobile, ipotizzando che l’uomo potesse abbandonare il territorio nazionale per sfuggire alle proprie responsabilità, hanno predisposto un servizio di pedinamento che ha permesso di sorprendere l’uomo a bordo di un pullman diretto da Torino a Parigi, munito di un biglietto di sola andata e con bagagli contenenti tutti i propri effetti personali.

I successivi elementi emersi, tra i quali anche le parziali ammissioni dell’uomo, che aveva deciso di fuggire per timore di essere arrestato, hanno fatto sì che la locale Procura della Repubblica emettesse un decreto di fermo nei suoi confronti. Il provvedimento è stato in seguito convalidato e per l’uomo è scattata la misura cautelare della custodia in carcere

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