Corsaro e il Coronavirus: “Vigileremo sui comportamenti inappropriati”

 

Vercelli – “La città è pronta per fronteggiare questa emergenza, e con il concorso e la buona volontà di tutti i cittadini, supereremo anche questa prova non facile”.

Andrea Corsaro, il sindaco di Vercelli è ormai ininterrottamente al lavoro da molte ore per per predisporre tutto, secondo le indicazioni fornite dal Presidente del Consiglio dei ministri questa notte.

Sindaco, vi attende un lavoro improbo…

“Sì, ce lo aspettavamo, ma occorre precisare subito una cosa importante e basiliare. La nostra città non è in zona rossa, non è chiusa, pur tuttavia deve adeguarsi a norme anche molto severe che tocca a noi far rispettare”.

Norme che, ancora nell’imminenza del nuovo decreto Conte, apparivano già comunque disattese. Centinaia di vercellesi, che si sono anche sfogati sui social, hanno visto, con rabbia a preoccupazione, centinaiia di giovani bighellonare fino a tarda notte, sabato, stringendosi l’un l’altro, spingendosi, facendo insomma le cose che non si dovrebbero assolutamente fare per non aumentare il contagio.

“Queste cose non devono assolutamente ripetersi. Già buona parte del problema si risolverà in gran parte e automaticamente con la chiusura dei bar e dei ristoranti a partire dalle 18, e poi ci saranno i controlli specifici delle forze dell’ordine. Questi atteggiamenti, che non sono solo riprovevoli, ma addirittura pericolosi, non devono più ripetersi”:

A proposito di chiusura dei bar e dei ristoranti, avete avvisato tutti?

“Oggi abbiamo svolto un’opera di informazione enorme, coinvolgendo tutti i pubblici esercizi e dando risposte a tante domande”.

Quali le più ricorrenti?

“Molti titolari di ristoranti e di pizzerie ci hanno domandato se era possibile, pur con l’esercizio chiuso al pubblico, cucinare per clienti a domicilio. La risposta è stata chiara: sì, assolutamente sì. Mi faccia fare l’esempio assai chiaro della pizza: no a quella da asporto, sì a quella da consegnare a domicilio. La stessa cosa vale per cucinare altri alimenti a domicilio. Se ordino ad un ristorante un paio di piatti di panissa, il ristoratore, purché rimanga chiuso al pubblico, può cucinarmeli e poi portarmeli a casa”.

 

Altre “consigli” ai ristoratori, ai baristi?

“Certo. Soprattutto uno: quello di rispettare in modo assoluto la distanza di almeno un metro tra un avventore e l’altro seduto al tavolo. Se nel tuo locale arriva un gruppo, una compagnia, e non hai gli spazi, con il famoso metro di prudenza, per sistemare tutti, contingenti gli ingressi. Fai entrare tutti coloro che possono rispettare la norma della distanza di sicurezza e blocchi gli altri”.

 

Una norma che dovrebbe essere applicata soprattutto nei supermercati. A proposito: questa mattina alcuni sono stati presi d’assalto. D’accordo, il decreto Conte è stato firmato alle due di notte, ma prevedeva lo stop il sabato e la domenica dei centri commerciali. Stamane a Vercelli, alcuni non solo erano aperti, ma addirittura presi d’assalto…

“Qui il testo del Decreto non è sinceramene chiarissimo e stiamo aspettando la circolare interpretativa. Da una parte il testo è evidente parla di stop nei weekend ai centri commerciali grandi e medi, poi però nello stesso capitolo autorizza invece l’apertura dei centri alimentari. Ci sono grandi market che hanno l’alimentare, ma anche tante altre cose. Molte città vicine con cui siamo consultati hanno dato parere favorevole, per non penalizzare la parte alimentare della struttura. Io qualche dubbio continuo ad averlo, ma ho autorizzato in attesa della circolare interpretativa. Adesso abbiamo sei giorni per capire bene. In ogni caso, settimana o weekend che sia, tutti i supermercati della città, alimentari e non, dovranno far rispettare le distanze di sicurezza, eventualmente contingentando gli ingressi. Su questo non transigeremo”.

 

Lei ha detto che Vercelli non è una zona rossa, come era stata fino a poco tempo fa Codogno, ma si è scoperto, nelle more del decreto, che chiunque circoli pure all’interno della nostra provincia, può venire fermato e, qualora non sappia indicare una motivazione ben precisa e indispensabile per il suo spostamento possa essere rimandato indietro. Saremo sottoposti ad interrogatori anche all’interno della nostra stessa città?

“Come sempre conterà il buonsenso. La filosofia di fondo di questo decreto è di farti rimanere in casa per bloccare i contagi. Se uno decide di andare in una città vicina, pur nella nostra provincia, è giusto domandargli perché lo sta facendo, visto che il decreto dovrebbe bloccare di fatto gli spostamenti non indispensabili. E se lo spostamento risultasse non assolutamente necessario, potrebbe accadere che l’automobilista possa venire rimandato indietro.  Per quanto riguarda domande ad un cittadino che si sposta da una parte all’altra di Vercelli, non penso che accadrà, ed in ogni caso l’automobilista perderà qualche secondo. In ogni caso, gli operatori addetti ai controlli saranno comprensivi”.

 

Prevedete problemi, domani, primo giorno lavorativo dopo il Decreto, per chi non riuscirà ad esibire, entrando o uscendo da Vercelli, un documento che attesti l’attività lavorativa?

“Penso proprio di no, ci sarà molta tolleranza. Non tutti riusciranno stasera a trovare il contratto o avere in tempi rapidi la dichiarazione del datore di lavoro. Saremo tolleranti, ma nei prossimi giorni questo ‘lasciapassare’, facilmente reperibile, sarà indispensabile”.

 

EDM

 

 

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