Il XXII Viotti Festival parte sabato con il Segovia del mandolino: Avi Avital

Avi Avital è nato 41 anni fa in Israele

Vercelli – Finalmente ci siamo: dopo la presentazione “parlata” al Circolo Ricreativo e quella in musica in San Cristoforo, il XXII Viotti Festival parte e lo fa, sabato, alle 21, al Civico con un concerto d’eccezione: ne sarà protagonista il grande solista di violino Avi Avital, già paragonato, per il ruolo trainante conferito allo strumento che suona al chitarrista Andrés Segovia e al violinista Jascha Heifetz, i sommi tra i sommi.

Nato 41 anni fa a Be’er Sheva, nel Sud di Israele, da genitori ebrei marocchini, Avi Avital ha incominciato a suonare il mandolino a otto anni, conquistato dalla bravura di un vicino di casa, e  presto è entrato a far parte dell’orchestra di mandolinisti fondata e diretta dal suo maestro, il violinista Simcha Nathanson. Dopo essersi diplomato all’Accademia Musicale di Gerusalemme, si è pure diplomato al Conservatorio Cesare Pollini di Padova, dove ha studiato il repertorio mandolinistico originale con il bresciano Ugo Orlandi, uno dei più grandi virtuosi di mandolino di tutti i tempi, che per diversi anni ha fatto parte dei Solisti Veneti di Claudio Scimone.

Oggi, Avital è considerato il più importante mandolinista esistente ed è il dedicatario di oltre cento composizioni per il suo strumento. Suona in tutto il mondo (il New York Times l’ha definito “esplosivamente carismatico”). E’ stato nominato per un “Grammy” e dal 2013 indice per la Deutsche Grammophon.

In tutte le numerose interviste che concede, con inesausta prodigalità, Avital continua a ripetere che il suo strumento sta assumendo adesso un ruolo significativo anche grazie ai compositori che vi stanno scrivendo musiche ad hoc. Infatti, il  repertorio solistico colto era assai esiguo: due Concerti di Antonio Vivaldi; due lieder con soprano di Mozart (che fa anche suonare il mandolino a Don Giovanni per la serenata), un Concerto e una Sonata di Johann Nepomuk Hummel, quattro piccoli omaggi amorosi di Beethoven a una contessa; poi qualcosa per orchestra di Mahler, nel Novecento. Poco altro.

Da vercellesi, possiamo ricordare con orgoglio i “Fiori di Novembre” composti nel 1997 da Angelo Gilardino per mandolino, chitarra e orchestra d’archi.

Sabato sera con il suo mandolino moderno costruito dal liutaio israeliano Arik Kerman, Avital, accompagnato dalla Camerata Ducale, proporrà un programma ricco e divertente che, fedele al motto di questo XXII Viotti Festival, “La musica aspetta te”, incorpora anche pagine celebri: sia l’”Estate” di Vivaldi, che ascolteremo nella trascrizione per mandolino e orchestra dello stesso Avital, sia il celeberrimo Adagio di Albinoni (o di Gianzotto, per la precisione) per violino e orchestra, che sarà eseguito da Guido Rimonda con la sua Ducale.

Eccezion fatta per le “Sei danze rumene” di Bèla Bartòk, (appunto per mandolino e archi) sono tutte trascrizioni: il virtuoso israeliano  eseguirà, oltre ai pezzi già annunciati, il Concerto in re minore per clavicembalo e archi BWV 1052 di Bach e  il Concerto in la minore per due violini (nella versione per mandolino e violino) opera 3 numero 8 di Vivaldi. Anche in quest’ultimo brano entrerà  in scena con il suo Stradivari “Violon noir” Guido Rimonda.

Dunque, al Civico, si prospetta una serata entusiasmante, durante la quale Cristina Canziani riproporrà, facendo riaccendere per qualche minuto i cellulari in sala, il “gioco” già sperimentato, con successo, in San Cristoforo: si tratterà di indovinare, scrivendolo sulla pagina Facebook della Camerata Ducale, il titolo di un notissimo brano che verrà accennato in sala. Ai vincitori, biglietti omaggio per le prossime serate del Viotti Festival.

Love
Haha
Wow
Sad
Angry

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here