Una visita alla Magna Charta: ecco cosa c’è da vedere nella mostra in Arca

Il conto alla rovescia è giunto al termine. In attesa dell’inaugurazione al pubblico di domani, sabato 23, alle 17, questa mattina la mostra in Arca “La Magna Charta. Guala Bicchieri e il suo lascito. L’Europa a Vercelli nel Duecento” ha ospitato la visita in anteprima delle autorità e degli organi di stampa (a fondo articolo la gallery).

A fare gli onori di casa il sindaco Maura Forte, l’assessore alla Cultura Daniela Mortara e Daniele De Luca che è uno dei due curatori assieme al professor Saverio Lomartire. Con loro l’Arcivescovo di Vercelli monsignor Marco Arnolfo, il presidente della Fondazione CRV Nando Lombardi, l’amministratore delegato di ASM-Iren Roberto Conte .

Senza dimenticare i numerosi rappresentanti delle istituzioni e degli sponsor che hanno reso possibile la mostra, come la Regione Piemonte, la Provincia, ASL, UPO, la Fondazione CRT, la Compagnia di San Paolo, APRC, Soardo & Associati, i musei e i club service vercellesi.

Il sindaco ha ringraziato tutti e ha poi ceduto la parola al Canon Chancellor della cattedrale di Hereford Chris Pullin, colui che ha scortato la Magna Charta sino a Vercelli: «È un grande onore per me essere qui come testimone di questo documento che lega l’Inghilterra al vostro Paese. Al pari della figura di Guala Biccheri che è fondamentale per la storia inglese», ha dichiarato Pullin.

Dopo i discorsi di rito, l’entrata in Arca dove si sviluppa la mostra vera e propria. Fulcro centrale – non poteva essere altrimenti – è la Magna Charta Libertatum. Quella esposta è l’edizione del 1217 ed è custodita sotto una teca di vetro, posta su un piedistallo all’interno di un sacello rosso porpora, preceduto da un pannello col testo integrale della Magna Charta di Hereford.

La sensazione è quella di trovarsi in un altro spazio, tale è il raccoglimento e il contatto diretto con il prezioso scritto, punto di riferimento per i sostenitori dei diritti civili e della partecipazione politica dei cittadini, che ha aperto la strada a orientamenti costituzionali e democratici, validi ancora oggi.

La Magna Charta però non è l’unico spunto di interesse. Ad accogliere i visitatori all’ingresso una sala multimediale dove, su tre pareti, viene raccontata la storia della Magna Charta, del cardinale Guala Bicchieri e del particolare periodo storico in cui si svolsero i fatti che coinvolsero l’Inghilterra e Vercelli.

Spostandosi oltre ecco la parte più propriamente “istituzionale” della mostra, quella in cui si trovano gli oggetti legati alla Magna Charta. Il pugnale eucaristico di Guala Bicchieri, oggi conservato al Castello Sforzesco di Milano, due libri e una pergamena con le concessioni del Comune di Vercelli al cardinale, presente con due ritratti di proprietà dell’ASL, uno nell’Aula Magna dell’Ospedale (restaurato di recente), l’altro nella sala riunioni della Direzione Generale.

Procedendo oltre il sacello, sui cui lati si possono ammirare gli smalti limosini appartenuti a Guala Bicchieri: nove medaglioni con raffigurazioni tratte dai bestiari medievali, che provengono dal Museo Civico d’Arte Antica di Torino. Dall’altra parte del contenitore invece alcune immagine delle lunette della basilica di Sant’Andrea.

Infine l’ultima sezione che ospita il cofanetto, custodito solitamente a Palazzo Madama, utilizzato dal cardinale nei suoi viaggi, molto simile per fattura a quello del Museo Leone. È uno scrigno, realizzato a Limoges tra il 1220 e il 1225, in legno di noce verniciato e tela di canapa grigia, decorato con sbalzi di rame, smalti e paste vitree.

Chiudono la lettera con cui Pelagio, vescovo di Albano, e i cardinali Tommaso di Santa Sabina e Pietro di San Giorgio al Velabro comunicano un estratto del testamento del cardinale Guala Bicchieri e la pergamena collocata dal padre Pietro Francesco Malletto, abate di Sant’Andrea, all’interno di una cassa contenente le ossa ritenute del cardinale Guala Bicchieri, datata 11 maggio 1611.

Ricordiamo che la mostra non si esaurisce in Arca, ma prosegue idealmente al Museo Leone, al Museo Borgogna, al Museo del Tesoro del Duomo e all’Archivio di Stato, dove sono state allestite altrettante esposizioni che celebrano la Magna Charta, Guala Bicchieri e la basilica di Sant’Andrea, di cui quest’anno cadono gli 800 anni dalla posa della prima pietra.

Massimiliano Muraro

Di seguito le informazioni pratiche:

La Magna Charta: Guala Bicchieri e il suo lascito. L’Europa a Vercelli nel Duecento. Dal 23 marzo al 9 giugno 2019. Arca – ex chiesa di San Marco, Piazza San Marco 1, Vercelli.

Tariffe: intero 5 €; gratuito: fino a 24 anni, over 65, studenti universitari, Abbonamento Musei Piemonte, Abbonamento Musei Lombardia, Tesserati FAI, Soci Touring Club.

Orario: da martedì a domenica, dalle 10 alle 19.

Informazioni

http://santandreavercelli.com

https://www.facebook.com/abbaziasantandreavercelli/

Prenotazioni e visite guidate gruppi: 335.7096337 o [email protected](ATL)

Attività didattiche scuole: 016151650; 348.3272584, [email protected]

La Gallery:

La locandina della mostra e sullo sfondo l’affresco con l’Albero di Jesse.
Maura Forte, Daniela Mortara, Daniele De Luca e l’arcivescovo Marco Arnolfo.
Maura Forte con il Canon Chancellor Chris Pullin davanti alla Magna Charta.
Il pugnale eucaristico di Guala Bicchieri.
I due libri e la pergamena con le concessioni del Comune di Vercelli al cardinale.
Il pannello con la trascrizione completa e la traduzione della Magna Charta.
La vetrina con gli smalti di Limoges.
La lettera con l’estratto del testamento di Guala Bicchieri e la pergamena trovata nella cassa con le presente ossa del cardinale.
Il baule da viaggio di Guala Bicchieri e sullo sfondo il suo ritratto di proprietà dell’ASL.
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