Tempio crematorio di Desana: una condanna e due assoluzioni

La sentenza è stata emessa lunedì dal Tribunale di Vercelli

 

Vercelli – L’induizione indebita è un reato poco noto: si tratta di una sorta di concussione meno grave. La commette il pubblico ufficiale oppure l’incaricato di un pubblico servizio che, abusando della sua qualifica o delle sue funzioni, induce qualcuno a dare o a promettere indebitamente, a lui o un terzo, denaro oppure un altro tipo di utilità, anche non patrimoniale.

Di intuizione indebita erano accusati l’ex sindaco di Desana, Renato Graneris, e due rappresentanti della ditta C&P che avrebbe dovuto costruire il tempio crematorio, per conto dell’amministrazione, dietro al cimitero.

Dopo le roventi polemiche scoppiate in paese su questa vicenda, cinque anni fa l’opposizione di allora si era rivola alla magistratura facendo rilevare che, tra le modifiche preliminari al progetto suggerite dal sindaco, ci fosse anche l’allargamento di una strada che portava a terreni di proprietà del sindaco stesso. Ne era scaturita un’indagine conclusasi con il rinvio a giudizio di Graneris e di due rappresentanti della C&P: Davide Porta e Pier Mario Carasso. Tutti, appunto, con l’accusa di “induizione indebita”.

Nel processo, Graneris si è affidato all’avvocato Roberto Rossi, Porta all’avvocato Carla Zucco e Carasso alla stessa Zucco e all’avvocato Roberto Scheda.

Il pm Davide Pretti aveva chiesto la condanna a due anni e 8 mesi mesi per Graneris e a un anno e mezzo per i due rappresentanti della C&P. Il Tribunale (presidente Maria Teresa Guaschino, giudici Valentina Di Peppe e Cristina Barillari) ha innanzitutto derubricato il reato di Graneris in tentativo di abuso d’ufficio e lo ha condannato a sei mesi di reclusione e di interdizione dai pubblici ufficiali, concedendo però la sospensione condizionale della pena e la non menzione.

Assoluzione piena, “perché il fatto non sussiste”, invece per Davide Porta e Pier Mario Carasso, con grande soddisfazione degli avvocati Zucco e Scheda.

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