Caresana – La cascina San Giorgio di Caresana è una di quelle che ospitano i buoi che di solito, per sciogliere un antichissimo voto che risale addirittura al 1236 (quando Caresana si liberò da una terribile epidemia pestilenziale) corrono in paese richiamando folla da tutto il circondario. Quest’anno la corsa non si è è svolta (come nel paese gemello di Asigliano) a causa della pandemia, ma lo scorso 26 aprile i carri con i buoi, dopo il tradizionale giro attorno alla chiesetta di San Giorgio, sono sfilati lentamente per le vie del paese, per distribuire alle famiglie il pane benedetto.
E’ chiaro dunque l’attaccamento che i proprietari della cascina hanno verso le tradizioni del loro paese, specie quelle che affondano con radici profondissime in anni studiati con cura, competenza e passione dagli storici: primo fra tutti, a Caresana, l’indimenticabile Virginio Bussi.
Tra i cimeli storici che la cascina San Giorgio custodiva gelosamente c’era anche la vecchissima bandiera di San Giorgio (gelosamente conservata dalle famiglie caresanesi, quasi come una reliquia): ebbene, i proprietari della cascina – che già avevano contribuito in modo sostanzioso al Charity Tour di giovedì scorso – l’hanno portata oggi a Carlo Olmo con questa toccante motivazione: “La bandiera vuole essere un omaggio fatto con il cuore ad una persona che si sta adoperando con forza e spirito a cercare di arginare il Coronavirus, tramite donazioni ad Ospedali, strutture e privati cittadini, con l’aiuto del suo branco di Lupi Bianchi…Coronavirus che, come la peste nel 1236, sta mettendo in ginocchio tutti noi, ma che grazie all’intercessione di San Giorgio e allo scioglimento del Voto venne debellata. Oggi più come allora tutti uniti. Grazie, Lupo Bianco: che San Giorgio ti dia sempre la forza”.Questa la motivazione consegnata al filantropo vercellese da Max Cerruti.
Olmo, che ha il culto delle tradizioni, perché sa bene quanto incidano nel cuore della gente per un’intera vita, ha accolto questo Vessillo e l’auspicio che attraverso di esso viene veicolato, come una seconda cittadinanza onoraria.
