«La filosofia è l’Ercole che solo può combattere sulla terra le mostruosità morali ed intellettuali» è uno degli aforismi di Arthur Schopenhauer. E tra i tanti, uno di quelli che veste meglio l’abito della modernità che mai come in questi ultimi anni necessita di un profondo ragionamento sul suo essere complessa e frammentaria.
Spesso si sente dire in giro che «la filosofia sta tornando di moda», ma è un errore perché in verità essa è sempre stata attuale, fin dai tempi più remoti, cioè da quando l’uomo ha iniziato a porsi domande che andavano ben oltre le pure esigenze di sopravvivenza.
Ad esempio si provi a leggere qualche passo di Platone e di Aristotele, oppure di Sant’Agostino, Cartesio, Spinoza, Hume, Voltaire, Kant, Hegel, Nietzsche, Marx, Sartre (solo per citarne alcuni). Chiunque si renderà conto che la maggior parte di loro può dirsi a ragion veduta contemporaneo, sia per i temi che tratta che per come li tratta.
Lo sa bene Mirko Crescenzo, studioso vercellese che fino a qualche anno fa faceva il consulente informatico. Poi la folgorazione e la voglia di cambiare vita: si laurea in Scienze Sociali e anche in Filosofia. Due diplomi che vanno ad affiancarsi a quello che già aveva in Urbanistica.
Nel frattempo Mirko continua a lavorare svolgendo indagini per gli istituti di ricerca Doxa e Ipsos. Parallelamente trova anche il tempo per pubblicare il suo primo libro “C’era una volta… La destra e la sinistra. Un viaggio nell’arena politica occidentale: dalla teoria dei cleavages al nuovo conflitto culturale”, uscito nel 2016 per i tipi di Effedì.
Ora Crescenzo, molto attivo sui social, ha aperto un canale YouTube (cliccare qui) in cui racconta in pochi minuti e con estrema chiarezza i momenti salienti della Filosofia occidentale. Nelle prime puntate ha parlato di Platone, Sant’Anselmo d’Aosta, Sant’Agostino, Tommaso d’Aquino, Cartesio, Hegel. Chi ha frequentato il Liceo, Classico o Scientifico che sia, se li ricorderà avendoli incontrati a più riprese.
Ebbene, Mirko senza utilizzare un linguaggio aulico, ma comprensibile, spiega il pensiero di questi autori con la speranza di stimolare una riflessione e, soprattutto, di scaturire interesse nei confronti dei profani, ossia di chi non ha mai capito bene a cosa servisse la filosofia. È a loro che si rivolge, è a loro che vuole renderla più fruibile.
Una risposta universale sull’utilità della filosofia non c’è, tuttavia come dice Edmund Husserl, il fondatore della Fenomenologia: «L’uomo che ha gustato una volta i frutti della filosofia, che ha imparato a conoscere i suoi sistemi, e che allora, immancabilmente, li ha ammirati come i beni più alti della cultura, non può più rinunciare alla filosofia e al filosofare». Proprio l’esperienza che Mirko si augura capiti ad altri.
m.m.





