Un’altra incantevole serata del Viotti Festival con il violinista Bouchkov

Musica sontuosa, musica ispirata, musica eseguita al meglio. Ogni due sabati la Camerata Ducale offre concerti indimenticabili in questo sfolgorante “Viotti Festival” del Venticinquennio.

Ieri sera una formazione d’archi (in tutto ventiquattro) ha assecondato al meglio l’ennesimo grande violinista di questa edizione della rassegna concertistica 2022/23: il belga di origine russo-ucraina Marc Bouchkov. Per una sera, Guido Rimonda ha lasciato proprio al vincitore del Concorso di Montreal e secondo classificato al Ciaikowski la direzione della sua Ducale e il violinista trentaduenne, che imbraccia un magnifico Carlo e Michelangelo Bergonzi, costruito tra il 1742 e il 1744, ha dimostrato di saperci fare sia come strumentista sia come direttore, trascinando la magnifica sezione d’archi della Ducale (Giulia Rimonda primo violino e il vercellese Giorgio Lucchini ormai fisso in organico con il suo violoncello) in una concerto che ha scaldato il cuore della  gente. Impeccabili le esecuzioni della Sinfonia per archi n° 2 e del Concerto per violino e archi in re minore, due composizioni di Felix Mendelssohn-Bertholdy, la seconda scritta dal compositore tedesco quando aveva appena tredici anni.

Notevolissima anche l’esecuzione della Sonata pere archi opera 22 di Dvoràk, che Bouchkov hanno affrontato senza soluzione di continuità nonostante sia suonato l’allarme in sala durante il secondo movimento, probabilmente a causa di un contatto elettrico. E visto che ciò era già accaduto durante le prove, sarebbe opportuna una verifica prima che al posto dell’imperturbabile Bouchkov non arrivino al Civico un direttore o un solista un po’ più fumini.

Al termine del Concerto di Mendelssohn, Bouchkov ha regalato un bellissimo bis: anche stavolta (come nella serata con Kerson Leong) la scelta è caduta su Ysaye, che evidentemente in questo momento va per la maggiore tra i violinisti più affermati.

Il pubblico avrebbe voluto il bis anche dopo Dvorak, ma il concerto era stato molto impegnativo e stavolta “Paganini non ha ripetuto”. Una curiosità: su scelta del direttore e solista, tutti i violinisti ed violisti hanno suonato in piedi, cosa che il pubblico viottiano aveva già visto un paio di volte, in Sant’Andrea e nello stesso Civico, quando era stato eseguito Bach.

Per il prossimo concerto del Viotti Festival occorrerà aspettare la Vigilia di Pasqua quando Guido Rimonda e il magnifico flautista Massimo Mercelli (vecchia conoscenza) proporranno, con l’Ensemble della Ducale un programma interamente dedicato a Viotti: quella sera sarà eseguita anche l’amatissma “Meditazione in Preghiera”, l’inno nazionale della Ducale viottiana.

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1 commento

  1. Deve essersi davvero trattato di una delle più belle serate di tutti questi lustri di Viotti. Fra le sorprese, unico bis non proprio richiesto: quello della sirena che ha investito i terrificati spettatori ma non ha potuto turbare il Protagonista indiscusso, belga di origini russo-ucraine nato a Montpellier.

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