Un’altra “chicca” di Vincent: “Anche a Torino c’è una copia della Magna Carta del 1240”

Vercelli – Presidente della “Chesterton” e ora anche assessore comunale agli eventi, la professoressa Gianna Baucero è riuscita riportare a Vercelli il maggior esperto di Magna Carta esistente, il professor Nicholas Vincent, che già era stato suo ospite, alcune volte ufficialmente (ad esempio per una indimenticabile conferenza su Guala Bicchieri nel 2008) altre in forma privata. 

Stavolta Vincent è stato invitato a parlare sul tema: “Magna Carta in Italy: Discoveries from Turin ad Elsewhere” (Scoperte da Torino e altrove).

Il tema si annunciava (ed è effettivamente stato) particolarmente affascinante perché Vincent è considerato una sorta di (il paragone non sembri irriverente) di Indiana Jones della Magna Carta: andando a spulciare negli archivi di mezza Europa ne ha infatti scoperte ben quattro che si ritenevano semplici copie, ed invece erano originali: quella di Hereford, datata 1217 (che è il documento ammirato in Arca a Vercelli dal 23 marzo al 9 giugno scorsi), una ad Oxford, datata 1225, una a Faversham del 1300 e una quarta, pure del 1300 a Sandiwich Maidstone.

Il riferimento alle “scoperte” a Torino e dintorni del titolo ha quindi attirato una grande attenzione ed un buon pubblico. E Vincent non ha tradito l’attesa parlando di ritrovamenti  da lui fatti all’Archivio di Stato, alla Biblioteca Nazionale e alla Biblioteca Reale Torino: documenti che ribadiscono gli stretti rapporti tra Chesterton e Vercelli, già messi in rilievo dalla stessa professoressa Baucero con le sue pubblicazioni. E poi, la “chicca”: alla Biblioteca Nazionale di Torino, in fondo ad un’antica Bibbia, c’è una Magna Carta del 1240, una copia, ma pur sempre di quell’anno, dunque di un valore storico considerevole.

Una conferenza seguita con passione e attenzione da un pubblico fattosi via via sempre più curioso e desideroso di sapere. Non a caso per annunciare l’evento di sabato (per significarne anche emblematicamente l’importanza) la facciata di Sant’Andrea era stata suggestivamente illuminata.

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