Un magnifico volume celebra i 70 anni del Consorzio della Baraggia

I settant’anni del Consorzio di Bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese, costituito nel 1950 con un decreto presidenziale firmato da Enrico De Nicola, vengono celebrati con un bellissimo volume, in gran parte fotografico, ma non solo fotografico, edito dalla “Effedì” di Vercelli e intitolato appunto “Baraggia – 70 anni del Consorzio di Bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese”. I testi sono di Valentina Masotti, le splendide foto di Donatello Lorenzo, mentre le immagine storiche appartengo all’Archivio del Consorzio della Baraggia stesso.

Il volume celebra il vero miracolo compiuto dal Consorzio di trasformare quello che nel 1929 un decreto regio firmato da Vittorio Emanuele III e da Mussolini registrava tra le otto aree più depresse d’Italia (e la più depressa del Piemonte) in un territorio in grado di produrre il primo riso Dop d’Italia coltivato su metà dei suoi 44 mila ettari, delimitati dall’area Nord di Vercelli, dalle montagne biellesi e valsesiane, dal fiume Sesia e dal torrente Elvo.

E se oggi la Baraggia non è più quella terra anticamente definita, come sottolinea Gabriele Ardizio nell’introduzione al volume, “sterile, disabitata, ingrata, ribelle, selvatica e dura”, con “poca acqua o niente”, il merito è proprio nell’opera immane svolta dal Consorzio grazie alle sue opere idrauliche (e non solo) che hanno l’hanno letteralmente trasformata: l’acquedotto consortile, le dighe sull’Ostola a Masserano, sulla Ravasanella a Rosario e sull’Ingagna a Mongrado; la traversa sulla Sesia a Gattinara e Romagnano; la sistemazione e lo spianamento dei terreni; la ristrutturazione dei fabbricati rurali, solo per citare le più significative.

Opere che hanno consentito ai trentasei Comuni della Baraggia (18 del Vercellese, altrettanti del Biellese) di prosperare, affrancando gli agricoltori dall’immane fatica di dover coltivare il riso in condizioni a dir poco “eroiche”.

Realizzato con grande accuratezza, anche nei dettagli, da Valentina Masotti, il volume (che ricorda anche gli uomini che hanno fatto l’impresa, primo fra tutti lo storico direttore Carmelo Iacopino) si apre con la prefazione del presidente del Consorzio, Dino Assietti, e si conclude con un ricordo delle sue frequentazioni di Baraggia del presidente della Società Meteorologica Italiana Luca Mercalli, il quale ne approfitta per lanciare un appello, quanto mai opportuno: “Se non si ridurranno le emissioni di gas serra la temperatura a fine secolo in Pianura Padana potrebbe aumentare anche di 8 gradi in estate, allora sì che la Baraggia diventerebbe una savana d’Italia, secca, infuocata e priva dell’apporto dei ghiacciai valsesiani che nel frattempo si saranno pressoché esauriti, Impegniamoci perché ciò non accada”.

Anxche perché, aggiungiamo noi, se così fosse non ci sarebbe nessun Consorzio in grado di ovviare a questa fine: neanche quello della Baraggia, che pure un miracolo, storico, l’ha già compiuto.

Il volume, che potete trovare in tutte le librerie, costa 25 euro.

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