Tragedia di Quargnento, la rabbia dei Vigili del Fuoco: “Per noi niente Inail nè assicurazione medica”

Dopo il cordoglio e il dolore per la tragedia di Quargnento (Alessandria), dove hanno perso la vita tre Vigili del Fuoco, arriva la rabbia degli impavidi pompieri. “Quanto prenderanno le famiglie delle tre vittime di risarcimento? Meno di 2 mila euro! Una vergogna. Le famiglie dei nostri morti sul lavoro vanno avanti con le collette dei colleghi”. È lo sfogo di Costantino Saporito, sindacalista dei Vigili del Fuoco dell’Usb, raccolto dal sito Businessinsider in un articolo di Andrea Sparaciari (leggi qui).

 

La rabbia è quella dei 34 mila Vigili del Fuoco italiani che dopo l’accaduto ricordano che il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco non rientra tra quelli che godono della tutela dell’Inail in caso di incidenti sul lavoro. Un fatto incredibile, che in quest’Italia del 2019 lascia davvero sgomenti. Come i vigli del fuoco anche le Forze di Polizia e alle Forze Armate. Scrive Businessinsider riportando la normativa pubblicata sul sito Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro: “A norma delle disposizioni contenute negli articoli 1 e 4 del Testo Unico 1124/65 non si applicano al personale delle Forze Armate e delle forze di Polizia che rimangono disciplinati dai rispettivi ordinamenti, fino al complessivo riordino della materia, così come sancito dall’art. 12 bis del Decreto Legge 11/2009. Pertanto dalla tutela Inail risulta escluso il personale del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico (es. Polizia di Stato, Vigili del fuoco, Corpo forestale dello Stato e Polizia penitenziaria)”.

Sono anni che la protesta avanza su questo campo ma senza risultato. Ultimo “capitolo” lo scorso anno quando il governo “gialloverde” non ha inserito nel secondo Decreto Sicurezza “né la tutela Inail, né il miglioramento economico prospettato, né le nuove assunzioni, né gli investimenti in dotazioni e infrastrutture. Insomma nulla”.

“Alle istituzioni che esprimono cordoglio – attaccano Cgil nazionale e Fp Cgil – vorremmo segnalare che a queste lavoratrici e lavoratori pubblici, impiegati per garantire soccorso e sicurezza ai cittadini, vengono negate le tutele minime riconosciute ad altre categorie. I Vigili del Fuoco, come gli addetti di altri comparti pubblici e privati, non hanno la copertura Inail e spesso, quando si feriscono, devono sostenere da soli le spese mediche: è urgente estenderla a tutti i lavoratori come abbiamo chiesto al tavolo aperto al ministero. È inaccettabile l’inadeguatezza delle retribuzioni di chi lavora per prestare soccorso e tutela”.

Il sito fa un paragone tra le retribuzioni italiane e all’estero. Un vigile del fuoco percepisce tra i 1.400 e i 1.600 euro mensili, a seconda del ruolo, circa 300 euro in meno di un parigrado della Polizia. Un pari-ruolo francese, invece, guadagna 500 euro in più. Non solo. A differenza degli agenti di pubblica sicurezza, i pompieri non godono nemmeno delle tutele concesse loro in caso di “incidente in servizio”.

Mirco Luconi, segretario provinciale di Ancona del Conapo, una delle sigle sindacali del corpo dichiara:“Con oggi è cambiato tutto. Lo Stato deve capire che mentre prima il Vigile del Fuoco moriva per gli incendi e le calamità, oggi muore anche per le bombe. Siamo spiazzati e increduli, non sappiamo come sia potuto accadere, ma siamo diventati dei bersagli. La questione Inail è vecchia e complessa. Basterebbe che lo Stato ci equiparasse agli agenti di polizia. Anche perché ormai moriamo negli attentati, come quelli di Alessandria”. Per Saporito, Usb: “Dopo i tre morti di ieri, chiediamo tre semplici cose: un’assicurazione sanitaria vera; un’assicurazione sulla vita. E che lo Stato proclami un giorno di lutto nazionale”.

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