Riceviamo e pubblichiamo
Egregio direttore,
mi permetta di rispondere al Segretario provinciale del Partito Democratico circa il riparto dei fondi statali per ristorare parzialmente le Province dai tagli furiosi di questi anni.
Intanto, chiarisco che sono anni che denuncio l’incostituzionalità dei provvedimenti del Governo e non aspetto certo la campagna elettorale; lo faccio ora perché la notizia della bozza di Decreto di riparto è della scorsa settimana e perché la scadenza per ricorrere alla legge di bilancio dello Stato è fissata tra dieci giorni.
Perché tutti possano capire: la “finanziaria” di dicembre ha previsto che il decreto di riparto di un fondo di 317 milioni avvenisse su proposta dell’Unione delle Province d’Italia. Se UPI non l’avesse fatto sarebbe passato il riparto del Governo. Fin troppo facile capire che le Province beneficiate dal riparto del Governo non avevano alcun interesse ad una diversa ipotesi.
Morale, la proposta UPI nasceva già pesantemente condizionata dai criteri governativi ed UPI ha potuto fare l’unica cosa possibile, cioè partire da quella folle proposta, provare a mitigarla e sperare di convincere i più fortunati a cedere risorse a favore di chi non avrebbe avuto nulla.
Meno male che questo è avvenuto, perché diversamente, anziché beneficare di 1,2 milioni, la nostra Provincia sarebbe rimasta a bocca completamente asciutta.
Nessuno vuole pensare male, ma dei dubbi sulla serietà del riparto governativo rimangono. Riparto che, per comprenderne l’arbitrarietà e la follia, basta fare l’esempio di una Provincia (Prato), di 9 comuni e che gestisce solo 78 chilometri di strade, che avrebbe preso in tre anni più di tutte le Province piemontesi, con mille comuni e la gestione di 10 mila chilometri.
Ciò chiarito, nelle parole di De Dominici passa un concetto che non è accettabile, parlando della capacità negoziale dei singoli. Il rapporto tra Governo ed Autonomie Locali è un rapporto che va costruito sui principi costituzionali di uguaglianza, ragionevolezza, corrispondenza tra funzioni e risorse, non sulla base del principio del chi è più forte o raccomandato. L’Ente Locale di colore politico opposto al Governo è evidente che avrà minore capacità negoziale, ma guai a far passare il messaggio che i soldi vengono dati, nella gestione delle funzioni fondamentali, agli amici di partito più influenti.
Il Segretario non sa poi che il Governo ha pagato uno studio per certificare il reale fabbisogno delle Province. Addirittura lo ha adottato con un Decreto in luglio e poi, magicamente, lo ha riposto in un cassetto.
I colleghi del Piemonte ed i sindaci del Consiglio delle Autonomie Locali hanno avuto il buon senso di mettere da parte gli schieramenti politici e votare in settimana la mia proposta di ricorso alla Corte Costituzionale contro la scellerata norma della legge di bilancio.
Confido ora nel buon senso della Regione, soggetto deputato a presentare ricorso. Martedì incontreremo il Vice Presidente per informarlo correttamente e confidiamo nella sua serietà e responsabilità chiedendo di difendere non le Province, ma i piemontesi. Il PD vercellese dovrebbe fare lo stesso, anteponendo una volta almeno gli interessi dei cittadini a quelli di partito.
Carlo Riva Vercellotti, Presidente della Provincia di Vercelli