Pro Vercelli, comunque vada questa società va ringraziata

Da sinistra Alex Casella, l’ad Pinciroli, la vice presidente Angiolini e il presidente Smerieri (foto Greppi)

Domenica, al “Piola”, la Pro apre la sua avventura nei playoff affrontando la Pergolettese, “bestia nera”, in questa stagione, visto che, all’andata, a novembre,  i bianchi sono stati affondati a suon di gol (4 a 0) e che, nel ritorno, a Vercelli, il 26 marzo scorso, non siamo andati oltre l’1 a 1, nonostante il gol-lampo di Panico. Solo ad agosto eravamo riusciti ad avere ragione dei lombardi, non ancora allenati da Giovanni Mussa, in Coppa Italia, ma ai rigori.

Panchina con i vertici della società (foto Renato Greppi)

Ciò premesso, anche quest’anno la Pro è riuscita ad arrivare ai playoff- come la stagione scorsa, potendo contare su una dirigenza che a costo di cospicui sacrifici finanziari – la C è probabilmente il torneo più oneroso che esista -, pur tra alti e bassi, tra recriminazioni e occasioni perse e , soprattutto, stante la latitanza del pubblico (quasi mai più di mille al “Piola”) è riuscita ad allestire un secondo, dignitosissimo, campionato.

Certo, questa dirigenza non ha potuto dispiegare la campagna acquisti reboante di un Südtirol o di un Padova, che hanno stradominato il girone, pure sono fioccate anche soddisfazioni, non ultima il tutt’altro che scontato “bis” dei playoff, tra l’altro ad un solo punto da quella sospirata quota 56, che ci avrebbe consentito di saltare il primo turno, appunto quello di domenica pomeriggio.

Ora noi conosciamo troppo bene la recente storia della Pro (che seguiamo da circa sessant’anni, e da ben quarantotto come giornalisti) per sapere che la sindrome del “si poteva fare ben altro” è diffusa nella nostra città, e non solo a livello sportivo. Abbinata, per giunta, in ambito bianche casacche, alla (in) cultura della dietrologia: “chissà che cosa si mettono in tasca”…e qui aggiungete pure voi i nomi che volete: Baratto, Celoria, Rossi, Paganoni, Secondo, etc. Fino agli attuali dirigenti.

Tutte le persone che abbiamo citato non si sono “messe in tasca” un bel nulla, anzi hanno pagato, qualcuno anche amaramente, la loro passione per la Pro Vercelli, senza neppure l’onore delle armi quando sono state costrette a cedere il timone. Mantenere una squadra di calcio tra i professionisti, oggi, costa uno sproposito e il torneo di C non ti contraccambia neppure in minima parte questi sacrifici. Cerchiamo di mettercelo in testa e siamo dunque riconoscenti a chi ci consente di poter frequentare settimanalmente lo stadio respirando un po’ di calcio professionistico come si conviene alla tradizione di una società blasonata come la nostra.

Senza dimenticare che questa nuova dirigenza ha cercato subito d recuperare un rapporto franco con la tifoseria e si è impegnata a riconoscere i valori del passato, anche onorando care memorie, sull’esempio di quello che aveva già fatto Massimo secondo: importanti settori dello stadio sono oggi intitolati a persone che avremo sempre nel cuore come Marco “Ope” e Alby Dalmasso, in attesa di Paolo Sala. E questo non è poco, ma tanto tantissimo.

Edm

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1 commento

  1. Io sono contento della Pro di questi ultimi mesi. Nel calcio e nella vita sbagliano tutti… anche l’Inter… ma a me pare di aver scorto ancora tanta passione. E buoni risultati… siamo ancóra “li”. Anch’io ho notato che il pubblico latita.. stadio semi vuoto. La dirigenza ha provato anche con iniziative gratuite, ma si vede che il momento non è favorevole a tali occasioni.
    Forse abbiamo un asso nella manica, ancora da giocare!!?
    Purtroppo il Crotone è precipitato in “C”.. cerchiamo di rimettere i conti in pareggio!.. Vinciamo!

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