Olmo omaggiato con il suo Lupo Bianco dai disegnatori vercellesi

 

Vercelli – Ogni mattina quando si sveglia, tra l’altro prestissimo perché spesso deve mettersi in contatto con i suoi referenti della comunità italo cinese a loro volta al telefono con la Cina – per riuscire a procurare i Dpi per medici, infermieri e cittadini, che pochi alri riescono ad avere – Carlo Olmo, il filantropo vercellese di cui sta parlando l’Italia intera, scopre di avere centinaia di messaggi sullo Smartphone. Sono richieste di aiuto (pure da città lontanissime, come Napoli, ad esempio) ma anche un fiume inesausto di “grazie”.

Mentre Olmo prega nella vetrata si intravede il lupo bianco

Ma a dirgli “grazie” in modo artistico stanno pensando pure disegnatori, vercellesi e non, trattando la storia del Lupo Bianco che ci porterà (come Olmo e tutti noi speriamo) fuori dalla pandemia. La storia del Lupo Bianco ha questa origine: quando il Coronavirus si stava purtroppo infilando nella nostra esistenza quotidiana, sconvolgendola, e l’Accademia Shen Qi Kwoon Tai era ancora aperta, Olmo si raccolse in preghiera nella cappella interna e mentre recitava il Padre Nostro, ebbe l’immagine – probabilmente un effetto ottico, che comunque gli era parso significativo – di un lupo bianco impresso in una vetrata (leggi qui).

Di qui l’uso di quell’immagine da parte del Maestro di arti marziali, ma soprattutto, per molti, maestro di vita da utilizzare come emblema con il Covid 19.

Ed ecco quindi spuntare disegni legati a Olmo e al Lupo Bianco, da parte di Giada Paione, Boris Rossi, Giulia Carrubba, Rossana Campanile Beatrice Agostini (di Trento), Davide Bertolotti, Silvia Gabellieri, Valentina Garoppo. Ne abbiamo radunati alcuni in questo servizio: quello di copertina è della bravissima Giada Paione, che tutti i vercellesi ricordano anche come incantevole Bèla Majin.

 

Ecco una gallery con i disegni arrivati a Carlo Olmo

 

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