Oggi in Duomo l’addio a Marta: il dolore immenso di un’intera città

Marta Beggiato, a sinistra, con l’amica Margherita, ora medico a Catania

 

C’era tutta la gente che, con le norme Covid, il Duomo poteva contenere, oggi, al Rosario della dottoressa Marta Beggiato, scomparsa a soli 33 anni dopo una lunga malattia.

Il dolore del Duomo, papabile e straziante, durante le Decine scandite dal parroco, monsignor Giuseppe Cavallone, è quello di un’intera città, incredula e straziata, che non può fare a meno di pensare al marito di Marta, Stefano, ma soprattutto alle sue bambine, ancora piccole, travolte dal dolore più grande che si possa provare.

Innumerevoli i commenti sui social e anche sulla nostra pagina Facebook: “Un raggio di sole che si spegne”; “la vita è ingiusta”; “una persona splendida”, tra i tantissimi.

Se Vercelli è in lutto, anche Santhià, il suo paese d’origine, piange questa giovane dottoressa, che aveva saputo farsi benvolere da tutti, anche per le sue doti canore: era un’apprezzata corista della parrocchiale.

E oggi, giovedì, alle 10,30, sempre in Duomo l’addio ad una giovane che era riuscita a farsi apprezzare e amare per la sua dolcezza, per la grande serenità, ma anche per le sue competenze professionali: adesso esercitava a Torino, ma aveva prestato servizio anche al Sant’Andrea.

Sono in molti a piangerla in ambito medico: abbiamo già detto della famiglia del dottor Pier Giorgio Fossale, con Marta che dieci giorni fa aveva ancora avuto la forza di fare da madrina, in San Cristoforo, al figlio Gabriele della sua amica fraterna Elena. E poi, sempre per rimanere solo nel gruppo delle dottoresse che frequentava, altre due amiche carissime: Sofia, che è medico di famiglia a Cisliano, e Margherita (qui nella foto con lei), già medico della casa circondariale di Billiemme, ora in servizio a Catania.

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