Per il novembre azzurro il Fondo Tempia punta sulla prevenzione

Stefano Zaramalla in sala operatoria

Come sempre punta sulla prevenzione il Fondo Tempia. È il caso della giornata dedicata al tumore alla prostata che ogni anni colpisce circa 37.000 uomini, causandone la morte di oltre 7.000. «L’arma più efficace che abbiamo a disposizione è la diagnosi precoce, con il dosaggio del Psa annuale e se necessario la visita specialistica», parole di Stefano Zaramella, direttore della struttura complessa di urologia dell’azienda sanitaria di Biella.

È un invito autorevole a tutta la popolazione maschile che ha superato i cinquant’anni a svolgere il semplice test del psa che serve a tenersi sotto controllo e a scoprire in «Se dal 2003 novembre è stato dichiarato il mese per la sensibilizzazione sulla salute maschile – prosegue Zaramella – la strada è ancora lunga. Purtroppo numerose ricerche hanno dimostrato che ancora oggi molti maschi sono restii a eseguire controlli preventivi e si presentano all’urologo con malattie avanzate. In questi casi le terapie sono meno efficaci e difficilmente portano alla guarigione del paziente».

Al contrario, la sopravvivenza a cinque anni è in costante crescita: i dati più recenti dicono che è arrivata all’88 per cento e molto è dovuto proprio all’anticipazione della diagnosi oltre che alle migliori tecniche per gli interventi. L’ospedale di Biella, per esempio, è all’avanguardia nel Piemonte Nordorientale anche grazie al laser a olmio, un’apparecchiatura donata al reparto di urologia da Fondazione Tempia e Fondazione Cassa di Risparmio di Biella che in due anni ha consentito di effettuare 630 interventi micro-invasivi per patologie legate alla prostata, inclusi alcuni tumori delle vie urinarie e della stenosi dell’uretra.

«Il preoccupante fenomeno delle troppe persone che rinunciano ai controlli – va avanti Zaramella – è stato amplificato dalla pandemia in corso. La paura di recarsi dal medico o in ospedale rischia di produrre un importante ritardo nella diagnosi e nelle terapie nei confronti delle patologie oncologiche e in particolare del cancro alla prostata».

«Il tumore della prostata – conclude lo specialista – dopo i cinquant’anni colpisce un uomo su otto. Ha un andamento asintomatico nella fase iniziale della malattia, ma può essere sospettato eseguendo un semplice prelievo del sangue e rivolgendosi quindi al proprio medico curante e, se necessario, all’urologo. I fattori di rischio sono l’età e la familiarità. Il cancro alla prostata è una malattia della popolazione adulta e anziana ed è rarissimo nei giovani. Inoltre è stato dimostrato che la presenza di un consanguineo con tumore alla prostata aumenta il rischio di contrarre questa malattia fino a undici volte rispetto alla popolazione generale».

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