Nell’ultima telefonata, ieri sera, tutto il tuo dolore per l’amico Adami

Nella foto di Renato Greppi, Paolo Sala, con il giocatore del Torino Daniele Baselli

Caro Paolo, 

Ieri,  sabato, verso le sette e mezza di sera mi arriva una telefonata del nostro collega e amico comune de “La Stampa” Piermario Ferraro: “Mi hanno detto che è morto Pier Luigi Adami, prova a sentire il Paolo”.

Perché da sempre era così: quando veniva a mancare qualcuno in ambito sportivo, specie nel calcio e soprattutto nel calcio cosiddetto minore, quello che tuo papà e mio suocero amavano d’un amore sconfinato, bisognava rivolgersi a te.

L’ho fatto. La notizia di Pier Luigi, purtroppo, era vera. E così abbiamo parlato a lungo di Adami, della tua lunga frequentazione con lui, del rapporto che vi legava perché entrambi coinvolti dalla passione debordante verso la società calcistica del cuore: il tuo Canadà , il suo Piemonte Sport.

Come facevi sempre, perché la tua generosità, non solo professionale, verso i colleghi era ormai proverbiale, mi hai detto: “Ho appena scritto di lui sulla Sesia on line. Attingi pure”. E visto che non sapevamo ancora la data e l’ora dei funerali di Pier Luigi, hai aggiunto: non appena verrò a saperla, te la scrivo”. Puntuale, alle 19,43, mi è arrivato quello che non potevo lontanamente immaginare sarebbe stato il tuo ultimo messaggio su WhatsApp: era il manifesto funebre di Adami.

Quesa mattina ero al Modo Hotel per la consegna al Lupo Bianco, Carlo Olmo, del riso da distribuire ai bisognosi, messo a disposizione, attraverso la propria delegazione giovanile, dal Kiwanis Club. Stava parlando Sebastiano Somma, il famoso attore che interpreta la parte di Olmo nel film “Lupo Bianco”, quando mi arriva una chiamata di Pier Giorgio Fossale. Gli scrivo: “Ti richiamo tra pochissimo”. E lo faccio. La telefonata mi gela il sangue, perché Pier Giorgio mi dice che si è sparsa la voce della tua morte. “Non può essere vero”, rispondo. E ti chiamo. Il cellulare squilla a vuoto, squilla e ancora squilla. Prego tra me e me: “Fa che risponda”. Ed ecco la risposta che, per un secondo, mi allarga il cuore: “Pronto?”. Ma quando scopro che non sei tu, ma Gabriele, mi manca il fiato.

Gabriele mi racconta che cos’è successo. Non so nemmeno se gli ho risposto. In quel momento un mondo si è cancellato. Il mondo delle telefonate reciproche per commentare un gol incredibile, fosse pure di Ibra o del centravanti della Costa d’avorio, le dichiarazioni di Cairo o di Ceferin, l’avventura di Longo all’Alessandria, i tormenti di Grassadonia nel mirino dei suoi nuovi tifosi. E ovviamente passaggi di proprietà della Pro Vercelli. E soprattutto il calendario, specie nell’ultimo, strambo campionato, con le gare da recuperare che continuavano ad accumularsi: “Paolo, ma quando giochiamo? Sabato o domenica? E a che ora?”. E tu, come sempre, preparatissimo sfornavi, all’amico un po’ distratto, date e orari.

E se questi erano i momenti si può dire routinari, c’erano poi gli eventi speciali: ad esempio quando mi affidasti, dopo  il ritorno alla “Sesia” diretta da Remo Bassini, una rubrica in cui dovevo ricordare, intervistandole, le imprese delle donne di sport vercellesi. Un compito bellissimo, che svolsi con convinzione, divertendomi un mondo: parecchie di quelle donne, ora, purtroppo non ci sono più; penso a Rina Fontana, a Gianna Ferrante, a Paolo Di Carlo, a Maria Teresa Oppezzo. Ogni volta, per entrambi, era un stilettata.

Quella stilettata che oggi ha colpito me e migliaia di amici che ti volevano bene.

Sei stato un grande collega, ma soprattutto un uomo buono, incapace non solo di fare del male, ma di augurarlo a chicchessia. Certo non ti difettava l’ironia, ma non ti ho mai sentito, e mai vuol dire mai, sparlare a vanvera di qualcuno. Perché tu eri il Principe Miskyn dei giornalisti, l’eroe positivamente buono, un punto di riferimento.

Sei morto a 52 anni, caro Paolo. Come mio papà. E dunque io ho perso un padre cinquantaduenne e, adesso un fratello.

Pochi minuti fa, Paolo, Massimiliano Muraro, un collega e amico molto bravo che, su Facebook, ha scritto di doverti tutto, ha aggiunto la tua frase ricorrente e preferita: “Tutto a posto, tutto sotto controllo”. Sottolineando che oggi nessuno a Vercelli può pensarla così. Oggi non c’è niente sotto controllo. Tanto meno il nostro dolore. 

Riposa in pace.

Edm

Love
Haha
Wow
Sad
Angry

1 commento

  1. Caro buon immenso amico Paolo, sembra una frase fatta ma non lo e’: “non posso crederci. Non e’ vero. E’ una solenne bugia. Non posso credere che tu sia improvvisamente, senza neppure avvisare, “volato” lassu’ nella citta’ del Paradiso, che tu non solo meriti ma strameriti. Quando ho letto il “pezzo” del caro amico Pablo, il vuoto dentro di me ha avuto il sopravvento. Ero incapace di raggiungere qualsiasi pensiero che in quel drammatico momento stava roteando nei miei emisferi. Ero inerme. Bloccato. Svuotato. Incredulo. Paolo, questa strana tua partenza proprio non me l’aspettavo. Abbiamo vissuto momenti bellissimi insieme. Curavi la pagina sportiva. Ne eri il titolare. Io, collaboravo. Mai un solo problema tra noi. Sempre tutto a posto, come tu dicevi. Un’amicizia collaborativa e non solo a dir poco meravigliosa. Mai un battibecco. Mai un tuo no. Sempre tutto a posto. E ora invece quel “tutto a posto, tutto sotto controllo” e’ improvvisamente crollato e, ripeto, non ci posso credere Paolone. E invece e’ purtroppo successo. Questo mi fa male. Mi attanaglia il corpo, la mente e… mi sento ferito nel profondo del mio cuore. I “BUONI” come te non ci possono lasciare cosi’ giovani. Eri davvero un buono e senz’altro lassu’ i “buoni” ti accoglieranno a braccia aperte. Meriti una tua redazione, dove lo sport del Cielo sara’ sempre tutto a posto, tutto sotto controllo. Mi diventa difficile salutarti. Ci provo: “Ciao grande amico Paolo. Vivi lassu’ alla grande con quella tua bonta’ che sempre ti ha accompagnato quaggiu’ e che mi hai donato. E…ringrazio il buon Dio di averti conosciuto e frequentato. In silenzio ti dico “ciao fratello di VITA”. Non riposare soltanto, ma offri il tuo grande contributo d’amore a tutti noi. Sei stato forte e forte rimarrai.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here