Il Piemonte ha una nuova legge elettorale per il Consiglio regionale: nascono i “Consiglieri supplenti”

Il Piemonte ha una nuova legge elettorale per la formazione del Consiglio regionale, che contempla la nascita dei consiglieri supplenti, ossia consiglieri che potranno sostituire a Palazzo Lascaris gli eletti che andranno a comporre la giunta: saranno otto in tutti. Arriva anche il limite di almeno 20 rappresentanti (su 50) per le opposizioni, al posto degli attuali 18, nel caso in cui una coalizione vinca con una percentuale tra il 45 e il 60% (se va oltre le minoranze rimangono a 18). Questa richiesta è stata realizzata dall’attuale minoranza.

Il Consiglio regionale, dunque, presieduto da Stefano Allasia e alla presenza del presidente di Giunta Alberto Cirio, con 31 sì, 10 astenuti, 2 contrari, ha votato oggi favorevolmente la Pdl 237 “Norme per l’elezione del Consiglio regionale e del Presidente della Giunta regionale”. Con queste nuove norme si andrà a votare il prossimo anno

Il primo firmatario della legge approvata è Michele Mosca (Lega). Proprio Mosca ha riassunto i punti salienti del provvedimento, anche alla luce delle modifiche operate in Aula, con il contributo delle opposizioni. L’articolo 8 disciplina la supplenza dei consiglieri assessori, apportando la prima novità di rilievo poiché sancisce l’incompatibilità tra le funzioni di assessore e quelle di consigliere, determinando la sospensione dalle funzioni di consigliere per il periodo in cui si svolgono quelle di assessore.

Il 10 disciplina il sistema elettorale: 40 seggi sono attribuiti con sistema proporzionale in liste circoscrizionali concorrenti e 10 invece con sistema maggioritario sulla base di liste regionali abbinate al candidato Presidente.
Il premio di maggioranza determina che alla coalizione vincente vada almeno il 55% dei seggi, ovvero 28, in caso di vittoria con una percentuale inferiore al 45% dei voti validi; almeno il 60% dei seggi, cioè 30, in caso di vittoria uguale o superiore al 45% e inferiore o uguale al 60% dei voti validi; infine almeno il 64% dei seggi, quindi 32, in caso di vittoria con percentuale uguale o superiore al 60% dei voti validi.
Le circoscrizioni elettorali risultano immutate rispetto alle attuali. L’articolo 13 individua le soglie di sbarramento: coalizioni almeno al 5% dei voti validi e le liste che singolarmente abbiano conseguito un risultato superiore al 3%.
L’articolo 14 norma la parità di genere, altra importante novità del testo, stabilendo che nessuno dei 2 sessi, sia nelle liste circoscrizionali sia in quelle regionali, possa essere rappresentato in misura superiore al 60% dei candidati tenendo inoltre conto dell’alternanza fin dove possibile. Viene introdotta la preferenza di genere permettendo all’elettore di esprimere fino a 2 preferenze, con annullamento della seconda in caso di preferenze per candidati dello stesso sesso.
Le liste regionali (listini) saranno composte da 10 candidati oltreché da un numero variabile di candidati supplenti (da 2 a 4) che entrano a farne parte solo in caso di eventuale esclusione di uno dei 10 indicati.
L’articolo 19 norma la presentazione delle liste circoscrizionali, confermando l’attuale disciplina in relazione al numero di firme dei sottoscrittori e alle modalità, aggiungendo l’esonero dalla raccolta di firme per le liste di candidati che hanno ottenuto una dichiarazione di collegamento con un consigliere appartenente al gruppo misto da almeno 2 anni.
L’articolo 20 disciplina la presentazione della candidatura a Presidente della Giunta regionale e della relativa lista regionale senza apportare significative modifiche alla legislatura vigente.
L’articolo 27, nell’assegnazione dei seggi, tiene conto del premio di maggioranza e della garanzia di rappresentanza delle minoranze; è inoltre prevista la riserva di seggio per il candidato Presidente secondo classificato.

Mosca ha affermato che “Questo è un momento storico per il Piemonte, mai prima d’ora una proposta di Legge elettorale era approdata fino alla discussione in aula, giova infatti ricordare che oggi noi non abbiamo un nostro sistema elettorale ma facciamo ancora riferimento alla norma quadro nazionale, ovvero la Legge 108 del 1968. Dopo oltre 50 anni dalla nascita dell’istituzione regionale, finalmente diamo al Piemonte e ai piemontesi una legge elettorale propria, frutto di un lungo lavoro iniziato 3 anni orsono. Nessun testo era mai entrato in aula. Con lo storico voto di oggi, non solo garantiamo la parità di genere così come previsto dalla legge nazionale, ma interveniamo anche su alcuni aspetti che rendono la nuova legge più rappresentativa dei territori e più proporzionale nell’assegnazione dei seggi, in particolare per le supplenze e per le surrogazioni sottolineando l’attenzione per i territori che da sempre contraddistingue la Lega. La garanzia di rappresentanza delle minoranze e le soglie di sbarramento molto ragionevoli rendono il nuovo sistema particolarmente equilibrato, riconosciamo un premio di maggioranza per garantire anche la governabilità, rafforzata dall’incompatibilità tra la carica di assessore e consigliere regionale. Abbiamo approvato un testo che consentirà maggiore modernità, maggiore rappresentatività e maggiore efficienza del Consiglio Regionale”.

Nella discussione generale sono intervenuti diversi consiglieri, ringraziando in generale gli uffici per il supporto tecnico alla stesura del testo. Paolo Ruzzola (Fi) ha sottolineato come si sia giunti alla fine a un testo per lo più condiviso, avendo accolto alcune delle sollecitazioni delle opposizioni. Raffaele Gallo (Pd) ha detto che la “prova di forza della maggioranza è fallita, costretta ad arrivare in molti casi sulle posizioni della minoranza”. Giorgio Bertola (Ev) ha ricordato che il Piemonte aveva “bisogno di nuova legge elettorale e andava cancellata la vergogna di non avere la doppia preferenza di genere”. Anche Francesca Frediani ha sottolineato il “contributo delle opposizioni nel migliorare il testo”. Silvana Accossato (Luv) ha dichiarato: “Continuiamo a non essere d’accordo con i supplenti, ma almeno abbiamo garantito rapporto più equilibrato tra maggioranza e minoranza”. E Mario Giaccone (Monviso) ha ritenuto “importante aver lasciato qualche garanzia ai piccoli gruppi”. Silvio Magliano (Moderati) ha lodato “il lavoro dell’opposizione e la correttezza della discussione, che il regolamento garantisce per queste scelte”. Domenico Rossi (Pd) ha chiosato che “gli emendamenti sono arrivati soltanto di fronte al muro alzato dall’opposizione”. Alberto Preioni (Lega) ha apprezzato il risultato ottenuto da “questa maggioranza a trazione leghista, per questo siamo felici di votare favorevolmente”. Paolo Bongioanni (Fdi) ha detto che questa nuova legge “garantirà maggiore rappresentatività a quella che è per territorio la seconda regione d’Italia”. Sarah Disabato (M5s) ha argomentato che “l’impianto della prima proposta avrebbe messo in discussione l’equilibrio democratico. Siamo riusciti a migliorare il testo ma restiamo contrari all’aumento dei costi”.

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