Addio a Mariuccia Cavalletti, per 27 anni custode del “Robbiano” con il suo Sergio

Se usasse proclamare un minuto di silenzio anche per gli storici custodi degli stadi, durante la prossima gara interna della Pro, Anna Maria Bono, per tutti Mariuccia, ne avrebbe diritto con pochi altri. E’ scomparsa oggi a 90 anni e per ventisette (dal 1957 al 1984), a fianco del marito, Sergio Cavalletti, è stata l’amorevole custode del “Leonida Robbiano”, oggi “Silvio Piola”.

Se n’è andata a distanza di otto anni dal marito, lasciando nel dolore il figlio Maurizio, la nuora Carmen ed i nipoti Roberto e Paolo, nonché uno stuolo di persone, dirigenti, calciatori, allenatori, tecnici e spadisti e familiari della Pro Vercelli Scherma, che le volevano bene. I funerali saranno celebrati lunedì alle 11 nella chiesa del Villaggio Concordia, dove domani, alle 17, verrà recitato il Rosario.

Originaria del Piacentino, per l’esattezza della frazione di Caminata di Alta Val Tidone, Mariuccia era arrivata a Vercelli giovanissima per fare la mondariso, con la sorella maggiore. E a Vercelli aveva conosciuto il mantovano Sergio Cavalletti, che poi aveva sposato, aprendo un negozio di fiori in via San Paolo. Era lei a gestire il negozio, ma il vero esperto di cura del verde era il marito che, in quel ruolo, era stato assunto in Comune per poi essere destinato, appunto a partire dal 1957 alla cura del “Leonida Robbiano”.

Erano gli anni della Pro appena tornata in serie C dei vari Colombo, Amateis, Fontana, Bolzoni, Bosisio, Limberti e del presidente De Marchi, cui subentrò subito dopo Viazzo. Curare il manto del “Robbiano”, allora, era un compito impegnativo e difficile, cose da veri maestri del verde. Sergio Cavalletti si occupava del terreno di gioco, ma anche di tutto il resto dell’impianto sportivo di via Massaua, e Mariuccia era il suo sostegno indispensabile. Bisognava pensare pure alla palestra del “Robbiano” utilizzata da diverse scolaresche, ma anche e soprattutto dalla Pro Vercelli Scherma.

Il legame tra i coniugi Cavalletti e l’autorevole mondo della scherma vercellese si era consolidato al punto che quando si trattava di preparare la palestra Mazzini e il teatro Civico per il Trofeo Bertinetti, Aldo Venè si rivolgeva sempre al fidato Sergio, come ricorda con commozione Maurizio Cavalletti.

Per ventisette anni, Mariuccia e Sergio vissero allo stadio (dopo aver subito ceduto il negozio di fiori): tutto ciò sino all’autunno del 1984 (per combinazione quell’anno coincise con un altro ritorno della Pro in C), quando Sergio Cavalletti andò in pensione, lasciando quindi l’abitazione e la manutenzione dello stadio.

Sono infiniti e cari i ricordi che Mariuccia Bono s’è portata nel cuore per decenni. Da lunedì riposerà nella tomba di famiglia di Caminata, accanto al suo Sergio che, otto anni fa, venne a sua volta sepolto proprio là, nel paese della moglie, perché amava il verde di quella terra.

Oggi Vercelli perde un’altra cara memoria storica della sua società sportiva più gloriosa e i vercellesi perdono una cara, indimenticabile persona.

edm

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