Nel salone della Casa circondariale, tutti i piedi per applaudire la Ducale

Vercelli .C’è, a Vercelli, una fantastica tradizione che dura da ventitré anni (quella del Concerto di San Silvestro al Civico) e ce n’è una assai più recente che però, grazie all’impegno di chi la organizza e la mette in scena, può diventare a sua volta fissa nel calendario delle manifestazioni pre-natalizia. Ed è il concerto della Camerata Ducale alla casa circondariale di Billiemme: sì proprio quella “Ducale” che, con l’appuntamento di San Silvestro, riempie il Teatro comunale in ogni ordine di posti (ci vorrebbe un Civico grosso il doppio) e che da tre anni sta riempendo il Salone-manifestazioni del carcere di Billiemme.

Tantissimi i detenuti (soprattutto donne) che l’altra mattina hanno scelto ascoltare il concerto offerto da Guido Rimonda, Cristina Canziani e una parte rilevante di archi dell’orchestra. Merito di tutto ciò va ascritto alla direttrice della casa circondariale Antonella Giordano, all’educatrice Valeria Climaco e ovviamente ai fondatori e animatori dell’orchestra, Guido Rimonda e Cristina Canziani, ai quali, prima o poi, qualcuno si deciderà finalmente a consegnare un premio di bontà o la cittadinanza onoraria di Vercelli, visto che nobilitano la nostra città nel mondo e, qui, pensano sempre alle persone più bisognose.

Con loro, a impreziosire ulteriormente l’evento, la presenza delle massime autorità, con il neo prefetto Francesco Garsia in testa. Ha stonato l’assenza (Carla Camoriano a parte, ma la consigliera comunale era lì soprattutto come volontaria) del Comune. Hanno parlato monsignor Sergio Salvini, anche a nome dell’arcivescovo Arnolfo, e la consigliera di parità della Provincia Lella Bassignana.

Presentatato dal giornalista Enrico De Maria, il concerto si è snodato, davvero splendido, tra Vivaldi e Albinoni, Mozart e Pugnani-Kreizler, Viotti e Paganini, per concludersi con un trascinante Jingle Bells, scandito dai battimani dell’affollatissima sala. E poi alla fine, come avviene soprattutto nelle sale da concerto e nei teatri americani, tutti in piedi ad applaudire.

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