Il male del secolo? Ansia 3.0

Sebbene risultino ancora per molti un taboo, la verità è che l’ansia e gli attacchi di panico sono in continuo aumento tra la popolazione italiana. A rivelarlo è un sondaggio online creato dall’Eurodap, l’Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico che ha visto la partecipazione di oltre 700 persone dai 19 ai 60 anni di età.

Lo scopo era quello di indagare sulla quantità di soggetti che sperimentano sintomi tipici dell’ansia e degli attacchi di panico e ciò che ne è emerso è che il 79% dei partecipanti ha subito nell’ultimo mese delle manifestazioni di sintomi di ansia. L’aspetto più grave, forse, è che molti di questi sono ragazzi giovani, ecco perché si sente ancora di più il bisogno di ricorrere a misure di prevenzione e cura. Negli ultimi anni, infatti, sono nati diversi portali online di autoaiuto come combatterelansia.com, che consente di effettuare un test e suggerisce il tipo di aiuto più opportuno. Questi nuovi mezzi molto accessibili ai giovani si affiancano naturalmente al lavoro di consulenti e psicologi presenti nelle strutture scolastiche.

 

 

I giovani, una categoria a rischio

Non si tratta di un problema unicamente italiano, però, e a confermarlo vi è la ricerca pubblicata dal Journal of Abnormal Psychology, il cui studio ha coinvolto oltre 200 000 adolescenti dai 12 ai 17 anni, a cui si aggiungono circa 400 000 adulti di 18 anni o poco più, un campione decisamente ampio. I risultati parlano chiaro e mostrano la fragilità dei giovani sempre più esposti ad ansia e depressione rispetto agli adulti. Si tratta dell’unica classe di età in cui è stato riscontrato un trend in crescita. La percentuale di individui che ha riscontrato sintomi depressivi negli adolescenti è passata dall’8,7% al 13,2%, mentre tra gli over 18 è passata dall’8,1% al 13,2%. A questo si aggiunge un altro dato significativo, l’aumento del 43% del numero di giovani che ha dichiarato di pensare al suicidio. Uno spaccato sociale che la dice lunga sullo stile di vita che i ragazzi di oggi stanno conducendo e delle battaglie interiori che conducono, che non devono e non possono essere banalizzate.

 

 

Causa e soluzioni

Parlare delle cause di questi incrementi è molto difficile, ma Graziano Pinna, neuroscienziato della Univeristy of Illinois a Chigaco spiega che uno dei fattori dominanti sia sicuramente il condizionamento culturale, inteso come carenza di sonno e abuso tecnologico, che possono sul lungo termine creare danni a chi si trova ancora in una fase di sviluppo. In sintesi, l’incapacità di adattarsi a quelli che sono i ritmi dello sviluppo tecnologico e i cambiamenti sociali da esso portati non fa altro che condurre a una generica condizione di stress che, in molti casi sfocia in disturbi mentali più seri.

Il quadro che ne scaturisce è quello di una generazione che deve fare i conti con il costante bisogno di progredire ed evolversi, senza essere realmente in grado di stare al passo.

Una delle soluzioni proposte dal dott. Pinna è proprio quello di limitare l’uso della tecnologia, in particolare tra i giovanissimi, incentivando la socializzazione faccia a faccia.

 

 

 

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