Natale da dimenticare per il terziario vercellese

Il sistema terziario vercellese esce dal periodo natalizio con gravi difficoltà. È quanto emerso dall’indagine condotta dal Centro Studi sul Terziario del Piemonte Nord (per consultarla cliccare qui). Addirittura tre imprese su quattro non hanno considerato quello che è appena trascorso un buon Natale.

«L’indagine ha confermato quello che era molto più di un sentore tra le aziende del terziario vercellese – ha commentato il presidente di Ascom Tony Bisceglia – D’altronde dopo un anno di lockdown, zone rosse, arancioni e aperture parziali anche il consumatore ha sviluppato un senso di cautela importante e ha perso l’abitudine al consumo».

Il Turismo è il settore più colpito, mentre il Commercio, fatta eccezione per gli ambulanti è quello che ha retto meglio. «La ricerca fa emergere come l’effetto urbano abbia in parte mitigato le perdite: gli esercizi nelle zone centrali hanno registrato una maggiore resilienza, mentre hanno sofferto di più le strutture nelle periferie. Solo una piccola parte degli esercizi si è avvalsa dell’opportunità, concessa dalla Regione, di effettuare promozioni prima dei saldi, soprattutto nelle zone centrali urbane. Il sistema commerciale e turistico si è riorganizzato, proponendo forme di vendita alternative, ma i risultati sono stati inferiori alle aspettative».

Secondo Bisceglia per un rilancio autentico serve che il mercato riprenda a funzionare ed è necessario favorire una ripresa collettiva, in grado di rinnovare, anche qualitativamente, il circolo lavoro-reddito-consumo, attualmente bloccato.

«Il commercio e i pubblici esercizi sono la linfa vitale delle città e le restrizioni a cui sono sottoposti, questi ultimi in particolar modo, oltre a rappresentare un danno inimmaginabile per la categoria, si riflettono ancor più sul resto del comparto commerciale – ha concluso Bisceglia – Con bar e ristoranti chiusi il vero coprifuoco non è alle 22, ma alle 18 con un danno incalcolabile a tutto il comparto economico dei nostri Comuni».

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1 commento

  1. Speriamo che fra 11 mesi questo Natale ’20, da dimenticare, non si trasformi (come paventato) in un “Natale da ricordare”.

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