La Società del Quartetto, nel ricordo dei tanti anni che Angelo Gilardino trascorse in simbiosi con il professor Josep Robbone, ha invitato venerdì sera a suonare al “Ridotto” del Civico un giovane, ma valoroso chitarrista, Andrea Albini, e ha dedicato il concerto al ricordo di Angelo Gilardino.
Allievo di Luigi Biscaldi al Conservatorio “Cantelli” di Novara, il venticinquenne chitarrista di Novara , ha scelto di proporre un programma molto impegnativo quasi tutto dedicato a musiche del chitarrista e compositore cubano Leo Brower, con due degli “Studi di Virtuosità e Trascendenza” di Gilardino (pietra miliare della musica per chitarra): il numero 4, “Elegia di marzo” e il numero 11, “Omaggio a Heitor Villa-Lobos” (poi ripetuto come bis).
A presentare il concerto, dopo il saluto di Pier Robbone, a nome della Società del Quartetto, il giornalista e amico di Gilardino Enrico De Maria, che ha ricordato in breve, lo stretto rapporto che si era creato negli Anni Sessanta, per poi via via consolidarsi, tra il compositore morto nel gennaio di quest’anno ed il fondatore del Concorso Viotti.
Poi la parola è passata alla chitarra di Albini che ha reso in modo esemplare la musica di Brower e quella di Gilardino, sotto gli occhi del suo maestro Biscaldi, presente in sala.
Unica nota stonata, così come era successo pochi giorni fa per un altro giovane e bravissimo chitarrista, Giovanni Masi (nei Green Ties organizzati dalla Camerata Ducale), l’incredibile assenza di giovani. chitarristi, pur sollecitati ad andare ad ascoltare un interprete super bravo dai loro insegnanti.
Non riusciamo a capire come giovani che studiano (e anche con eccellenti risultati, a quanto pare) la chitarra classica non vadano ad ascoltare i concerti di altri giovani coetanei (o appena più grandi di loro) avviati verso una sicura carriera. Una pigrizia semplicemente inspiegabile e sulla quale è assolutamente necessario intervenire, nella città in cui è nata una delle Scuole chitarristiche più importanti del mondo.
