Addio ad Angelo Nodari, maestro di fotografia e artista eclettico

Angelo Nodari accanto ad una delle sue opere più belle: i Clown, omaggio a Federico Fellini

Angelo Nodari, uno degli artisti più bravi, amati e generosi che Vercelli abbia mai avuto è morto poco fa nella sua abitazione di via Cavour, vinto da un male veloce ed inesorabile. Aveva 86 anni. I funerali saranno celebrati giovedì alle 10,30 nella chiesa di San Paolo, dove domani, lunedì, alle 16, verrà recitato il Rosario.

Nato ad Omegna, quindi cittadino della Valcamonica e poi studente a Bergano, Nodari era arrivato nella nostra città più sessant’anni fa. E A vercelli aveva sposato la sua Franca, sorella del pittore Guido De Bianchi, ed ra diventato cognato di Renzo Roncarolo, da cui , fin da giovane, incominciò a prendere lezioni di pittura. Franca De Bianchi lo aveva purtroppo lasciato nove anni fa.

Da Renzo Roncarolo, Angelo Nodari imparò l’arte di dipingere, ma anche di scolpire, in quanto il cognato sapeva districarsi benissimo anche coi gessi e con i marmi. Ma intanto, Nodari si stava perfezionando in un altro campo artistico, di cui divenne un vero maestro: la fotografia. E nel 1987, il presidente del Belle Arti Amedeo Corio, che aveva un fiuto notevole quando si trattava di valorizzare i veri talenti, gli propose la cattedra di “Fotografia e Scienza della Comunicazione” nel suo istituto di via Duomo. Così, Nodari si trovò ad insegnare accanto a uomini che amava e ammirava, come suo cognato Roncarolo, come la cognata Olga De Bianchi (docente di ceramica), cone Francesco Leale (disegno), come il grande incisore Armando Donna.

Per circa trent’anni il Belle Arti è stato la sua seconda casa, dove Angelo accoglieva i suoi tanti alunni che lo adoravano, ai quali dava lezioni serali di fotografia tutti i giorni feriali dalle 18 alle 20.

E quando il Belle Arti, qualche anno fa, ha dovuto chiudere i battenti, Nodari aveva dovuto trasferire tutta la sua attrezzatura didattica (dalla camera oscura al banco ottico)  prima alle suore della Divina Provvidenza, poi alle medie di Santhià, grazie alla Famija Santhiateisa.

Poco prima che scoppiasse la pandemia, aveva aperto una casa d’arte tutta sua, accanto all’amata chiesa di San Paolo, dove aveva esposto quadri, sculture e soprattutto le sue meravigliose fotografie.

Uomo di una bontà probabilmente unica, di una correttezza e di un altruismo esemplari, lascia un caro, indelebile ricordo in tutti coloro che l’hanno conosciuto e amato, compreso l’autore di queste righe.

EDM

 

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